
[i]di Marianna Galeota[/i]- E’il fotografo Luigi Baglione a portare, ancora una volta, L’Aquila e le sue ferite in mostra oltre il confine abruzzese con un allestimento al Lingotto di Torino, in occasione della XXV edizione del Salone Internazionale del Libro.
Scampoli d’Abruzzo, immortalati da Baglione, in esposizione nella più grande manifestazione italiana dedicata all’editoria, racconteranno chiese e paesaggi, storia e tradizioni che attraversano la regione dal Gran Sasso all’Adriatico.
Parte importante della mostra sarà dedicata al terremoto dell’Aquila, città natale di Baglione, che ha voluto portare nel capoluogo piemontese lo scatto al quale è più legato raffigurante la chiesa di Santa Maria Paganica innevata.
«Un’atmosfera quasi surreale quella della foto, di silenzio e quiete – racconta Baglione – con un gioco di luci suggestivo attorno alla chiesa distrutta che lascia quasi attoniti. Uno scatto molto bello che, però, fa ancora molto male. Ho insitito perché fosse la foto regina di questa mostra».
E’ ancora incredulo Baglione per l’opportunità che gli è stata data di poter raccontare il suo Abruzzo in un contesto così esclusivo a livello nazionale.
«E’ una cosa che non mi aspettavo – confessa, mentre si trova in viaggio verso Torino – ma ne sono davvero felice. Racconterò la mia città, ancora una volta, rappresentandola nei suoi squarci e nelle sue ferite. E’ importante che la gente la osservi per com’è oggi – spiega – fotografare le rovine è sempre doloroso ed ogni volta è un’emozione diversa».
I suoi scatti racchiudono tutti gli stati d’animo di un professionista che fatica a imprimere sulla pellicola stralci di dolore ancora troppo vivo di fronte a una città da raccontare, la sua.
«Quando mi trovo ad immortalare L’Aquila è sempre un susseguirsi di emozioni che vanno dall’amore per ogni singola pietra alla rabbia per tutto quello che non c’è più. Il mio lavoro – conclude – è cercare di trasmettere queste emozioni con l’obiettivo: un’immagine che resti impressa nell’anima di chi la guarda».