
I conti della regione Abruzzo sono stati oggetto di verifica da parte del ministero della salute e di quello dell’economia che hanno imposto, entro la fine del 2012, tagli draconiani alla sanità regionale.
«Le offerte di assistenza sanitaria pubblica che probabilmente saranno colpite andranno a interessare i Consultori, i Centri di salute mentale, i Sert per il trattamento della tossicodipendenza e probabilmente diversi reparti ospedalieri dove potrebbero essere trasformate molte unità complesse in semplici, riducendo, di conseguenza, la qualità e la quantità dell’assistenza sanitaria già fortemente penalizzata», a lanciare l’allarme è la Uil Fpl Abruzzo.
«L’applicazione del metodo ragionieristico, applicato da tempo in Abruzzo, metterà a forte rischio il servizio territoriale offerto ai cittadini che, sempre più, avranno difficoltà a reperire proposte sanitarie adeguate alle loro esigenze soprattutto per quelle patologie che richiedono un’assistenza fortemente qualificata. Le Asl stanno già calcolando i criteri di riorganizzazione ma non si capisce il perché la razionalizzazione debba partire sempre dalla soppressione o dal ridimensionamento dei servizi offerti ai cittadini e mai da una vera operazione di lotta agli sprechi che, invece, darebbe la garanzia del contenimento dei costi e del mantenimento dei servizi».
«E’ evidente che in un momento come questo la priorità è quella di contenere le spese ma i livelli essenziali di assistenza debbono continuare ad essere garantiti perché nessuno deve rinunciare, anche in questa regione, al diritto costituzionale alla salute. I tagli potrebbero interessare anche le dinamiche del personale già fortemente depotenziato da una politica del blocco delle assunzioni che ha portato a un aumento dei carichi di lavoro inaccettabile in questi ultimi anni. Aprire subito un tavolo di confronto con le Ooss e fare con esse una vera concertazione sul da farsi rappresenta l’unica soluzione per scongiurare l’ennesimo dramma dell’offerta sanitaria in questa regione».
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