
Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente si impegna «a stabilire, per la prossima settimana, un incontro con il prefetto Giovanna Maria Iurato, per valutare quali siano le possibili strade da intraprendere e le aziende capaci di integrare l’Otefal». Le intenzioni del sindaco sono emerse questa mattina durante un incontro con i rappresentanti sindacali e i lavoratori dell’azienda aquilana al quale ha partecipato anche l’assessore Stefania Pezzopane.
«L’Aquila vive una profonda emergenza sociale – ha spiegato il sindaco – e non ci possiamo permettere che cinismo e spregiudicatezza facciano perdere quasi 200 posti di lavoro, gettando persone e famiglie nella disperazione. Cercheremo con il Ministero di intervenire anche sugli ammortizzatori sociali e sulla cassa integrazione per proteggere i lavoratori, mentre operiamo per la soluzione industriale».
Dalla discussione di questa mattina è infatti emersa una forte preoccupazione da parte di tutti gli interessati, soprattutto a seguito della decisione della proprietà di aprire la procedura fallimentare, dal momento che i nuovi soggetti interessati a rilevare l’azienda non avrebbero fornito adeguate garanzie, circa le prospettive in termini di rilancio e di salvaguardia dei livelli occupazionali.
«Credo in questa azienda – ha commentato Cialente – e sono convinto che sia necessario un intervento immediato soprattutto per la salvaguardia del futuro dei lavoratori. I nostri obiettivi primari sono salvare le produzioni e tutelare i lavoratori. Tutto ciò sarà possibile solo dopo un’attenta analisi delle proposte che riguardano il gruppo di investitori salernitani e gli investitori austriaci. Entrambi gli acquirenti lascerebbero fuori dall’azienda tra i settanta e gli ottanta lavoratori ed è proprio questa la mia più grande preoccupazione».
«L’Otefal – ha concluso il sindaco – è un’azienda che ha lavorato bene e la sua crisi adesso è dovuta ad una mancanza di risorse finanziare, non di certo alla mancanza di mercato. Ora più che mai è importante sostenere questa vertenza che rischia di aprire un’altra ferita mortale nell’economia aquilana, messa a dura dal prova dal sisma e di lasciare sulla strada decine di famiglie, per la maggior parte giovani e con bambini piccoli».