
Dalle prime ore del mattino è in corso nell’aquilano un’operazione nei confronti di un’associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, truffa e falso ideologico. Da una parte i Carabinieri del Comando provinciale di L’Aquila, che hanno dato esecuzione al provvedimento cautelare, emesso dal Gip Distrettuale del capoluogo, Romano Gargarella, nei confronti di 26 persone (10 colpite da custodia cautelare in carcere e 16 agli arresti domiciliari) tutte accusate di favorire l’irregolare ingresso nel territorio nazionale di un considerevole numero di cittadini extracomunitari di origine marocchina, che, con il miraggio di affrancarsi da una via misera hanno versato ingenti somme di denaro per garantirsi il fine illecito.
Dall’altra la Polizia di Stato che ha operato tutta una serie di controlli documentali e testimoniali, supportando con ulteriori casi concreti l’ipotesi investigativa a carico della consorteria criminale ed eseguendo altre 6 ordinane di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Tra gli arrestati, oltre a cittadini extracomunitari di origine marocchina dimoranti nella Marsica anche diversi imprenditori agricoli e i titolari di una società di “intermediazione” compiacenti.
L’attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila, è stata condotta dal personale della Compagnia Carabinieri di Avezzano e dalla Squadra Mobile della Questura di L’Aquila, supportate, in fase esecutiva, dagli agenti del Commissariato di Avezzano, da militari delle Compagnie Carabinieri della Provincia e del Reparto Operativo di L’Aquila, da rinforzi provenienti dal Comando Legione Carabinieri Abruzzo, da unità cinofile antidroga e da un elicottero del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pratica di Mare. In tutto hanno operato 150 Carabinieri e 30 agenti della Polizia di Stato.
Per chi riusciva a trovare lavoro come bracciante, e comunque in nero, la paga era di 10 – 20 euro al giorno. Persone – è stato spiegato – che vivevano nell’assoluta indigenza. Su questo fronte sarà l’Agenzia delle Entrate a fare ulteriori opportune verifiche sui datori di lavoro. L’indagine , condotta dal pm dell’Aquila Mancini, nasce sia da alcuni controlli sul territorio condotti dai carabinieri che da una costola dell’operazione antidroga denominata ‘Casablanca’ conclusa lo scorso gennaio. Per gli investigatori è stato individuato tutto il contesto associativo. Da rintracciare rimangono cinque indagati. L’ultimo e’ stato preso a Lesina (Foggia) proprio durante la conferenza stampa. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, oltre a cittadini di origine marocchina, figurano dieci imprenditori agricoli operanti nella Piana del Fucino e i due titolari della società cooperativa che opera nel settore dell’intermediazione del lavoro.
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