Tornano al Comune i progetti del centro

17 maggio 2012 | 15:18
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Tornano al Comune i progetti del centro

«Il comune sta riprendendo dalla filiera i progetti del centro storico. Li esamineremo noi – ha spiegato l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano a margine dell’inaugurazione del cantiere di Palazzo Pica lungo il corso –, c’è già un provvedimento del sindaco che dà facoltà al dirigente di riprendere gli elaborati. Siamo in attesa che il governo ci dia il via libera per dotarci delle figure tecniche necessarie di cui abbiamo bisogno».

Il restauro di palazzo Pica del quattrocento è un esempio emblematico dell’imbuto creato dalla filiera. Sarà restaurata infatti solo la parte vincolata del consorzio che necessitava del solo via libera della Soprintendenza. Quest’ultima riesce fino a oggi a smaltire tutti i progetti pervenuti ma è anch’essa a rischio ingolfamento se non arriveranno, anche in questo caso, i rinforzi.

L’intervento di palazzo Pica è stato progettato dagli ingegneri Antonello Ricotti e Volfango Millimaggi, sarà eseguito dalla ditta Frezza per un importo totale degli interventi di 2 milioni e mezzo di euro. Il consorzio comprende l’Hotel centrale che non ha bisogno di interventi e altri edifici i cui progetti, non essendo vincolati, sono ancora al vaglio della filiera. Le famiglie proprietarie potranno tornare a casa nel novembre del 2013.

Il palazzo presenta molti danni soprattutto all’interno con il crollo delle volte a botte e a crociera e il collasso della scala interna. É stato recuperato tutto il materiale lapideo che sarà riutilizzato attraverso un restauro e consolidamento conservativo. Anche in questo caso saranno effettuate iniezioni di malte, mentre le pareti saranno rinforzate con fibre di carbonio. Il professor Clementi, uno dei proprietari dell’Immobile ha ricordato che la famiglia Pica era una delle più importanti del capoluogo legata al commercio dello zafferano, pertanto il palazzo rappresenta la vera essenza degli aquilani legata alla pastorizia e al commercio. «Se si potessero torcere, le colonne di Collemaggio belerebbero», ha concluso lo storico.

A. Cal.

CHIODI, GOVERNO ORA VALUTI DI FINANZIARE TUTTE LE PARTI COMUNI – «Il problema del finanziamento delle parti comuni, anche di edifici che per ora in base alla normativa vigente non possono accedere , deve essere affrontato con una apposita norma da recepire nella prossima ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ritengo che il contributo statale debba essere riconosciuto a tutte le parti comuni, con particolare riferimento a quelle dei centri storici e che abbiano pregio culturale e architettonico, prescindendo dalle circostanze di proprietà e di destinazione delle singole unità immobiliari che costituiscono l’intero immobile. I nostri centri storici sono stati riconosciuti, con il ‘decreto Abruzzo’, come bene meritevole di particolare attenzione da parte dello Stato con riferimento alla prevista maggiorazione delle risorse destinate alla loro ricostruzione. Gli scenari definiti dalle facciate, e quindi dalle parti strutturali e comuni degli edifici, fanno parte del bene ‘centro storico’. Se così è, riteniamo che i tempi e i dati in possesso della struttura commissariale, definiti anche in base all’avanzamento spedito della redazione dei piani di ricostruzione, potrebbero consentirci di quantificare le relative necessità e, conseguentemente, finanziare gli interventi anche di tutte le parti comuni.

Ciò costituisce anche la materiale attuazione degli accordi presi nel famoso ‘Lodo Letta’.

La proposta fatta non interferisce con la redazione dei piani di ricostruzione, individuando per le parti comuni un procedimento parallelo rispetto agli stessi».

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