
«Per decenni la Regione Abruzzo ha speso molto di quello che erano le sue entrate aumentando costantemente il suo debito. Nel 2000 il debito era di 500 milioni di euro per arrivare ai 4 miliardi del 2007 quando si è andati in default. Perché la Regione è fallita davvero in quanto non è stata più in grado di pagare i fornitori, soprattutto quelli del sistema sanitario. A quel punto sono dovute intervenire le altre Regioni e lo Stato come ha fatto il Fondo monetario internazionale con la Grecia e nel frattempo la Regione ha dovuto introdurre tasse in modo coattivo per far fronte al Piano di rientro». Lo ha detto il Presidente della Regione, Gianni Chiodi.
«Ridotto il debito ora tagliamo le tasse. Se non avessimo stretto la cinghia e fatto scelte molto spesso impopolari, avremmo rischiato che quel debito fuori controllo avremmo finito per pagarlo noi abruzzesi. Abbiamo voluto imporre, invece, un deciso cambiamento di rotta. Abbiamo varato misure severe per il rientro del debito sanitario, una vera e propria “cura da cavallo” che ha generato sterili polemiche da parte dell’opposizione ma di cui oggi raccogliamo i frutti e siamo pronti a tagliare le tasse agli abruzzesi dopo la riduzione del debito. Oggi l’Abruzzo – ha proseguito il Presidente Chiodi – ha ridotto l’indebitamento di circa il 14%, da 4 mld a 3,2 mld (circa 800 milioni di euro). Quindi, nessun aumento di tasse (solo l’accisa sulla benzina per il buco della sanità). Inoltre, non è stato contratto nessun nuovo debito e la spesa è stata ridotta di un terzo».
L’Abruzzo non è più la regione con la più alta tassazione e solo sei regioni in Italia hanno tasse più basse. «Da subito abbiamo imperniato l’operatività sui temi, oggi molto in voga, del risanamento e della crescita attraverso la predisposizione di importanti riforme strutturali. Si è anticipato di tre anni il tema del rispetto rigoroso della disciplina di bilancio di cui solo da poco tempo si parla a livello nazionale ed europeo come fiscal compact».
ABBATTUTI I COSTI DELLA POLITICA – «Abbiamo mantenuto la promessa anche abbattendo i costi della politica. Abbiamo eliminato il vitalizio dei Consiglieri regionali dopo aver ridotto le indennità (oggi tra le più basse d’Italia), cancellato circa 250 poltrone “ad uso della politica” di enti ed agenzie regionali, tagliato i compensi ai componenti dei consigli di amministrazione; ridotto il numero dei dipendenti regionali, assorbito le Agenzie regionali Arssa, Aptr, Abruzzo Lavoro, ridotto i Consorzi fidi da settantotto ad una decina; eliminato le Comunità montane al livello del mare; accorpato le IPAB da 110 a 8, da 200 membri dei CdA a circa 20, messo in liquidazione società ed enti in deficit: SIR (società di ingegneria regionale), ARET (agenzia regionale per il territorio), Abruzzo Engeenering, etc. La spesa dei collaboratori esterni (co.co.co.) dal 2008 al 2011 è stata dimezzata. Insomma, con il riordino del sistema sanitario regionale, i tagli degli enti strumentali e la riduzione del debito l’Abruzzo può considerarsi ormai una regione virtuosa. Siamo passati, da regione “canaglia” come ai tempi dei bilanci gonfiati dalle politiche clientelari, ad un sistema come quello delle regioni che i bilanci sanno tenerli in ordine. Un’eredità che abbiamo dovuto gestite con determinazione e rigore».
DEBITO DELLA SANITA’ QUASI DIMEZZATO – «Oggi il bilancio della sanità abruzzese è in pareggio si tratta di un segnale importante perché la sanità regionale potrà essere finalmente sbloccata verso iniziative di modernizzazione e verso un servizio migliore di assistenza al cittadino. Abbiamo ridotto il debito della sanità senza ridurre i costi per l’assistenza che anzi sono aumentati. Sono stati fatti importanti investimenti in tecnologie ed infrastrutture ma abbiamo anche registrato ben 1118 assunzioni tra il 2010 ed il 2011 ed ulteriori assunzioni di personale medico ed infermieristico ci saranno nel prossimo futuro. Abbiamo tagliato sprechi e privilegi centralizzando acquisti attraverso gare che ci consentono di risparmiare decine e decine di milioni di euro che andremo ad investire per migliorare il sistema sanitario regionale».
[url”Torna alla Home politica”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=156&categoryId=204[/url]