Sisma Emilia, Ingv: ‘zona a bassa pericolosità sismica’

Il terremoto di magnitudo locale 5.9 che nella notte ha scosso l’Emilia Romagna è avvenuto in una zona considerata «a bassa pericolosità sismica». E’quanto emerge dalle prime analisi dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), basate sui dati disponibili fino alle 8 di questa mattina. I cataloghi relativi dalle informazioni storiche sulla sismicità della zona colpita dal sisma infatti «non riportano eventi significativi in un raggio di 30-40 chilometri dall’epicentro» del terremoto di questa notte. «A maggiore distanza, lungo la fascia esterna dell’Appennino» sono invece noti all’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia «alcuni eventi storici di magnitudo inferiore a 6.0».
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SISMICITÀ STORICA – Attraverso una successiva relazione, elaborata sulla base dei dati disponibili fino alle 14 di oggi, l’Ingv precisa che la zona colpita dal sisma di magnitudo locale è «a pericolosità medio-bassa» e spiega come «i terremoti noti dai cataloghi sismici indicano diverse zone sismiche adiacenti a quella colpita dal terremoto odierno».
«In particolare – si legge nella relazione dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – la zona di Ferrara,a circa 30 chilometri ad est dell’epicentro dell’evento odierno, fu colpita il 17 novembre 1570 da un terremoto con magnitudo stimata 5.5 sulla base dai dati dei danneggiamenti, che produsse danni fino all’VIII grado. Più recentemente, un terremoto di magnitudo 5.4 ha interessato la zona della pianura padana nelle province di Bologna e Ferrara l’11 luglio 1987, circa 20 chilometri a sud del terremoto odierno. Lo scorso anno, il 17 luglio 2011, un evento di magnitudo 4.7 interessò la provincia di Reggio Emilia, 20 km a nordest di quello di oggi. Altri terremoti significativi di magnitudo fino a 6 sono avvenuti più a sud, nell’Appennino settentrionale, dove il livello di pericolosità è più alto».
SISMICITÀ RECENTE – Quanto alla sismicità recente l’Ingv fa notare che «nel corso degli ultimi tre mesi l’area non è stata interessata da sismicità rilevante» e che dal catalogo Iside (Italian Seismological Instrumentale and Parametric Data-Base) relativo al periodo 2005-2012 emerge come «negli ultimi anni vi è stata un’attività sismica scarsa e sporadica lungo la fascia in compressione al bordo della Pianura Padana».
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REPLICHE – Il terremoto principale delle 4.02 è stato preceduto da una scossa di magnitudo locale 4.1, registrata pochi minuti dopo l’una della notte scorsa e da una piccola scossa si magnitudo 2.2.
Dal sisma di magnitudo 5.9 fino alle ore 14 di oggi sono state registrate circa 80 repliche, di cui 6 di magnitudo superiore a 4 e 24 di magnitudo compresa tra 3 e 4. La replica più intensa ha avuto una magnitudo locale di 5.1 ed è stata registrata alle ore 15.18. Tre minuti dopo, alle 15.21, ancora una scossa di magnitudo locale 4.1, con ipocentro ad appena 2.4 chilometri di profondità. Dalle prime analisi dell’Ingv emerge che «l’area delineata dalle repliche si estende per circa 40 chilometri in direzione est-ovest tra le province di Modena e Ferrara».
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Subito dopo il terremoto alcune squadre di sismologi e geologi dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sono partite per installare una rete sismica mobile e per verificare i danni prodotti dalla scossa principale.
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La scossa principale è stata avvertita in tutto il nord Italia, come confermato dai dati raccolti dall’Ingv attraverso il questionario macrosismico “Hai sentito il terremoto?”.
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