
Né mafia, né terrorismo. Piuttosto il gesto isolato di un unabomber nostrano. Questa è la convinzione del procuratore capo di Brindisi, Marco Dinapoli, durante la conferenza stampa sulla strage alla scuola di Brindisi dove un ordigno esplosivo quasi certamente azionato a distanza, ha causato la morte di una studentessa di 16 anni. «Sembra il gesto di una persona isolata ma non possiamo escludere collaborazioni».
Il gesto isolato è «accreditato dalle immagini» recuperate da una telecamera posta nelle vicinanze. Il procuratore ha anche spiegato che si sta lavorando in «perfetta sintonia tra Carabinieri e Polizia di Stato» e che la sua Procura sta lavorando in «grande sintonia con la Procura distrettuale antimafia di Lecce e con la Procura generale di Lecce». Al momento «non si capisce esattamente il movente. Noi abbiamo iscritto il reato di strage ma il movente può essere di ogni genere», ha aggiunto. «Non navighiamo al buio ma siamo ancora lontani dalla meta», ha sottolineato. Il procuratore ha anche aggiunto: «Non ci hanno regalato queste immagini ce le siamo andate a cercare nelle vicinanze del teatro della strage».
«Le immagini accreditano l’ipotesi che l’ordigno sia stata azionato da un telecomando – ha aggiunto il magistrato – si tratta di un congegno che opera a distanza e che consente di vedere la scena da lontano».
Rispondendo, al termine della conferenza stmapa, a una domanda dei giornalisti sulla possibile esistenza di una foto segnaletica dell’attentatore, il procuratore capo di Brindisi, Marco Dinapoli, ha detto: «Abbiamo delle immagini che aprono uno squarcio». Poi ha aggiunto che «in queste indagini non siamo soli, abbiamo avuto importanti appoggi delle principali autorità di governo. Siamo in stretto contatto e in perfetta coesione con la Procura distrettuale antimafia e con la Procura generale. Abbiamo fatto -ha continuato- un passo avanti significativo mediante l’acquisizione di immagini che a me appaiono molto significative e che hanno aperto uno spiraglio di luce su questa ipotesi. In questo momento l’ipotesi investigativa che viene ritenuta più probabile è quella di un gesto isolato. Quali siano le motivazioni del gesto isolato -ha concluso- non lo sapremo fin quando non individueremo la persona».
[i]
[url”Torna alla Home Cronaca”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=155&categoryId=206[/url][/i]