Polizze calamità, a L’Aquila 2.000 €

22 maggio 2012 | 21:28
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Polizze calamità, a L’Aquila 2.000 €

Terremoti, alluvioni, frane, inondazioni. In un’Italia che è tra i Paesi più rischiosi e a più alta concentrazione di eventi catastrofali al mondo, e in cui manca spesso la cultura dell’assicurazione privata, garantire le abitazioni dai danni provocati dalle calamità naturali come il sisma in Emilia è un business poco interessante sia per i cittadini che per le compagnie assicurative.

In assenza di una chiara legislazione in materia e di fronte a costi che nelle zone più a rischio possono diventare anche insostenibili, le imprese stentano infatti a sostituirsi allo Stato nella copertura dei rischi e i proprietari, fiduciosi nell’intervento pubblico, rimangono restii a pagare a privati cifre in media di 100 euro l’anno ma che, in alcuni casi estremi, possono arrivare fino a 2.000. A differenza di altri Paesi europei, come la Francia dove le polizze calamità sono obbligatorie come estensione delle polizze incendio, in Italia non è sancita alcuna obbligatorietà. Il decreto legge del 16 maggio sulla Protezione civile lascia la volontarietà al singolo, aggiungendo però, come spiegato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, una forma di «sgravio fiscale» come incentivo per chi decida di stipulare una polizza.

Gli assicurati sono infatti ancora pochissimi in Italia, perché finora, nonostante i continui dibattiti di fronte a terremoti ed eventi calamitosi, è sempre stato lo Stato ad intervenire per sanare i danni, evitando di introdurre una nuova imposizione obbligatoria che potrebbe essere interpretata come una nuova tassa, peraltro a vantaggio di imprese private. Non tutte le società offrono dunque polizze sulla casa complete anche della copertura delle catastrofi, ma sul mercato qualche offerta è comunque possibile trovarla, anche se estremamente differenziata a seconda delle aree del Paese.

E’ il caso per esempio di Genertel o Alleanza Toro (entrambe del gruppo Generali). Con la compagnia telefonica, la copertura completa del rischio di un appartamento di media metratura a Roma, città in cui il rischio sismico è praticamente considerato nullo, si aggira sui 440 euro, mentre proprio a Ferrara, il capoluogo più colpito dal terremoto, costa circa 420 euro l’anno, un centinaio di euro in più rispetto ad un’assicurazione sulla casa ‘normale’, priva cioé della garanzia sui danni da terremoti o alluvioni. Allo stesso modo ad Aulla, cittadina della Lunigiana, alluvionata e inondata quest’inverno, il ‘surplus’ per l’assicurazione contro le calamità arriva a 102 euro. Cifre simili a quelle che l’Ania, in occasione del terremoto di L’Aquila, aveva fornito come stime di esborso nel caso l’assicurazione fosse stata resa obbligatoria. Allora l’associazione aveva parlato di 150 euro. Proprio a L’Aquila però, la situazione cambia. E di molto. La stessa compagnia di Generali chiede per la garanzia totale dei danni di un appartamento in centro storico (quindi costruito senza alcun criterio antisismico) oltre 2.240 euro, contro i 323 della copertura dei danni non legati a calamità.