
di Paolo Della Ventura
Finalmente è finita questa lunghissima campagna elettorale che ha interessato il capoluogo abruzzese da oltre tre anni. Celebrato anche il ballottaggio, è in arrivo il nuovo Consiglio comunale che, insieme certamente al sindaco ed alla Giunta, avrà il compito di progettare il futuro dell’Aquila.
Ora che le elezioni si sono celebrate, bisognerà lavorare per potercela fare davvero, ora nessuno avrà più scuse. Visto l’esito degli ultimi tre anni L’Aquila avrà bisogno di consigli di tutti, soprattutto, però, di un buon Consiglio. Troppe volte, infatti, negli ultimi trentasette mesi è mancato il numero legale su decisioni vitali per il futuro della città. E se, sulla carta, c’è un ampio scarto in Consiglio tra maggioranza e opposizione, è anche vero che più di due terzi dei nuovi consiglieri sono quelli uscenti. L’auspicio, quindi, oltre che il consiglio, è che sia dalla maggioranza, sia dall’opposizione, ci sia un lavoro di stimolo continuo e di apporto partecipativo al governo della città capoluogo d’Abruzzo, anche perché, nelle parole di chiusura di campagna elettorale di Cialente «L’Aquila deve tornare ad occupare un posto centrale in Regione, il posto che le spetta». Sarebbe ora, infatti.
Un sindaco con l’esperienza di questi tre anni, dunque. Ma il sindaco è solo uno dei tasselli del governo cittadino, e molto farà la squadra di governo e l’azione dello stesso Consiglio. La Giunta, si diceva: altro auspicio è che sia una squadra forte e fatta di persone competenti e che vogliano il meglio per la città. Donne (tante ci auguriamo) e uomini capaci. Tutti saranno chiamati, e –ripetiamo- senza più scuse, ad operare per il bene comune e per un buon Comune. In ballo c’è molto di più di una semplice consiliatura, bensì l’impostazione di quello che dovrà accadere da qui ai prossimi 15 anni, forse 20. E tutti, nessuno escluso, avranno questa grandissima responsabilità, senza precedenti nella storia contemporanea e moderna di questa città. Ed è auspicabile ,per questo, che entri un modo nuovo di fare politica, una dialettica nuova e costruttiva. Se nel Paese c’è bisogno di nuova politica, a maggior ragione se ne avverte la necessità in una città da ricostruire.
Insieme a Massimo Cialente siederanno 32 consiglieri (anziché i precedenti 40), 20 di maggioranza e 12 di opposizione. Per la prima, 9 consiglieri sono appannaggio del Pd (Stefania Pezzopane, Alfredo Moroni, Maurizio Capri, Antonella Santilli, Antonello Bernardi, Stefano Palumbo, Carlo Benedetti, Pietro Di Stefano, Alì Salem); 3 dell’Api (Giuseppe Ludovici, Roberto Riga, Ermanno Giorgi); 2 dei Socialisti (Gianni Padovani, Antonio Nardantonio); 2 dei Cattolici democratici (Salvatore Placidi, Adriano Durante); 1 per la Federazione della sinistra (Enrico Perilli); 1 per Sel (Giustino Masciocco); 1 per Idv (Giuliano Di Nicola) e il candidato sindaco Idv Angelo Mancini.
Per l’opposizione, 3 consiglieri saranno di Mpa (Vito Colonna, Emanuele Imprudente, Roberto Tinari); 2 dell’Udc (Piero Di Piero, Raffaele Daniele); 1 ciascuno di Prospettiva 2022 (Luigi D’Eramo), di Tutti per L’Aquila (Daniele Ferella), del Pdl (Guido Liris) e i candidati sindaci di L’Aquila città aperta (Giorgio De Matteis), Domani L’Aquila (Pierluigi Properzi), Appello per L’Aquila (Ettore Di Cesare) e L’Aquila che vogliamo (Vincenzo Vittorini).
Una nota a margine merita comunque l’elezione di Angelo Mancini, certa secondo i più, ma che potrebbe non essere così scontata in base alla giurisprudenza del Consiglio di Stato. La sentenza della V sezione n.5721 del 26 ottobre 2011 prevederebbe, infatti, per un candidato sindaco, in caso di apparentamento, la perdita della rappresentanza della propria lista o della coalizione delle liste che lo appoggiavano al primo turno. In base ad essa, entrerebbero perciò due consiglieri ma non lui. Presto, con la proclamazione degli eletti, avremo sciolto anche quest’ultimo nodo formale.
Tempo ne è passato già troppo. Il consiglio è, perciò, quello di fare in fretta, e scegliere bene: un’ottima squadra, un buon Consiglio.
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