
Dallo sfruttamento cui abbiamo sottoposto l’ambiente non si torna indietro: l’umanità potrebbe infatti aver raggiunto il suo punto di non ritorno, e non ci accorgeremo delle conseguenze dei nostri comportamenti prima che sia troppo tardi. E’ il parere di Jorgen Randers della BI Norwegian Business School di Oslo, Norvegia, autore del nuovo libro ‘2052: A Global Forecast for the Next Forty Years’. Randers ha elaborato un modello di previsione secondo il quale il riscaldamento globale porterà a una serie di disastri sia ambientali che sociali.
Randers ha fatto parte di un team che ha sviluppato 40 anni fa, assieme al Massachusetts Institute of Technology, una simulazione computerizzata chiamata World3. «Già allora, il modello indicava che l’industria aveva una tale inerzia da non essere in grado di correggere il suo tiro sullo sfruttamento del pianeta – ha osservato Randers – oggi si è fatto ancora poco e lo scenario è ancora più tetro: i modelli di sostenibilità ambientale che avrebbero potuto porre rimedio sono ormai al di fuori della nostra portata. Non agendo al momento opportuno, l’umanità ora è diretta verso una catastrofe ambientale e sociale, che potrebbe colpirci nella seconda meta’ del 21esimo secolo».