Corno Grande, 28 maggio 1881: il fuoco di “S. Elmo”

27 maggio 2012 | 20:19
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Corno Grande, 28 maggio 1881: il fuoco di “S. Elmo”

di Vincenzo Battista – “[i]La mattina del 28 lasciammo l’incarico di levar le tende al portatore Acitelli, e di andarci ad attendere alla Portella; poi fatta la fotografia all’accampamento, alle 5.15 partimmo pel Corno Grande con tempo abbastanza buono. Cominciammo a salire l’erta erbosa alla nostra dritta: è molto ripida e trovandoci tutti indolenziti dalla stanchezza, l’umidità e la cattiva notte passata, e prima di rimetterci in gamba, dobbiamo fermarci spesso a prender fiato…[/i]” scrive nel diario, arricchito dai disegni sul campo, il pittore Enrico Coleman; insieme a lui, in marcia – meta finale la vetta occidentale di Corno Grande- Abbate, Mengarini, Martinori e Micocci: i padri della sezione romana del Cai istituita nel 1873, i pionieri dell’escursionismo negli Abruzzi, i primi che trasformarono i vari narrati, vaghi, sulla montagna, in trattazioni tecniche – ancora oggi utilizzate nelle cartografie odierne – sulle conoscenze della natura appenninica della dorsale centrale e gli itinerari in quota; una pattuglia che ha documentato, descritto e fotografato, in numerose escursioni, i rilievi abruzzese e i suoi varchi, conosciuti allora solo da qualche pastore che poteva indicarli con il vincastro, dai pascoli, che lambiscono le falesie che si impennano intorno al blocco calcareo di Corno Grande, e infine dai camosci.

{{*ExtraImg_34201_ArtImgRight_300x439_}}Con loro le guide Giovanni Acitelli di Assergi, Franco De Nicola e il portatore Francesco Acitelli, che ha predisposto il campo, nella prima tappa di avvicinamento, in Val Maone, “[i]in un posto invaso da neve, e tra enormi sassi rotolati dalle vette circostanti; a sinistra le rocce di Pizzo Intermesoli s’innalzano perpendicolari come la facciata di una immensa cattedrale”[/i], annota Coleman. Con uno stoico equipaggiamento invernale e addirittura un dagherottipo e relativo cavalletto con tendina, un drappo, per coprire la macchina e il fotografo durante lo scatto, disegnato da Coleman con un pennino a china sulla vetta di Pizzo Cefalone insieme al suo operatore Martinori “[i]che aspetta il sole…[/i]”, in posa, per scattare. La spedizione si muove per il canale dei Ginepri, la sella dei Due Corni e infine la cresta nord della vetta Occidentale di Corno Grande, meta finale. Poi, al culmine dell’esplorazione, appunto su Corno Grande, “[i]l’evento[/i]”, sorprendente, un fuori programma.

{{*ExtraImg_34202_ArtImgLeft_300x333_}}Ecco il brano. “[i]Trovammo sul punto culminante un piccolo tegame, disgraziatamente senza le relative uova al burro ma ripieno di ghiaccio che formava così, al 28 maggio 1881 – [/i]scrive con ironia Coleman – [i] il punto culminante della penisola italiana. I nostri bastoni piantati nella neve cominciarono tutti, con grande nostra sorpresa, a cantare mandando un suono perfettamente simile a quello dell’acqua che comincia a bollire. Intanto la macchinetta fotografica di Martinori cominciò pure a mandare lo stesso suono, e Mengarini, tolto il cappello, vedemmo i suoi capelli drizzarsi irrigiditi, e passandovi sopra una mano scoppiettavano come quando si stropiccia un gatto contro il pelo. E’ chiaro che una forte corrente elettrica si sviluppava dalla cima del monte, e non v’era dubbio che di notte avremmo veduto il fuoco di “S.Elmo” (scarica elettro- lumiscente provocata dalla ionizzazione dell’aria durante un temporale) alla punta dei nostri bastoni, e delle nostre mani alzate. Benché questa manifestazione d’elettricità sia innocua ci affrettammo a lasciare la cima, temendo per lo stato temporalesco, delle nubi, non avesse da accadere da un momento all’altro uno scoppio di un fulmine. Alle 12.50 –[/i] conclude il racconto – [i]cominciammo la discesa lentamente e con molta precauzione…”[/i], lasciandosi dietro, quella pattuglia di uomini, le “meraviglie” della montagna, osservata e memorizzata in un rendiconto quasi magico: il massiccio della diversità, Corno Grande, dell’unicità, in quell’accadimento, forse il suo stesso straordinario “[i]respiro[/i]”.

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