Chiodi a Monti: Abruzzo caso particolare

28 maggio 2012 | 15:08
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Chiodi a Monti: Abruzzo caso particolare

«L’Abruzzo non è più una ‘regione canaglia’, ma è una regione che negli ultimi anni, dati alla mano, ha operato grandi passi in avanti in materia di risanamento dei conti pubblici e della sanità». È quanto scrive il presidente della Regione, Gianni Chiodi, al presidente del Consiglio, Mario Monti, alla vigilia delle misure che il Governo intende prendere in tema di riduzione della spesa pubblica, compensazione delle misure fiscali e patto di stabilità.

«Rischiamo seriamente che l’Abruzzo paghi per colpe che non ha più – ha detto il presidente della Regione – per questo ho scritto al presidente del Consiglio dei ministri con l’intenzione di spiegare la peculiarità e la posizione sui generis dell’Abruzzo dopo un cammino virtuoso i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti».

I provvedimenti governativi a cui si riferisce Chiodi sono: la cosiddetta “spending review“, il patto di stabilità e la compensazione dei crediti e dei debiti fiscali per i possessori di partita Iva. «Tutti questi provvedimenti – ha spiegato il presidente – tendono a penalizzare le regioni in piano di rientro sanitario, ma la Regione Abruzzo pur stando formalmente in piano di rientro è tra le quattro regioni (Lombardia, Marche, Umbria e Abruzzo) in Italia che ha presentato, in materia sanitaria, un avanzo economico di bilancio per il 2011 pari a 60 milioni di euro. Un risultato eccezionale, che in questo modo rischia di cadere nel vuoto».

Secondo Chiodi insomma si rischia che l’azione di risanamento finora portata avanti sul territorio non produca benefici in vista dei provvedimenti del Governo. «Sui quali – ha sottolineato il governatore – l’Abruzzo ha già avviato un processo avanzato di attuazione. Sul taglio della spesa pubblica non prendiamo lezioni da nessuno e anzi, provocatoriamente, dico che l’Abruzzo è pronto a fornire i commissari al Governo visto che in questa Regione abbiamo ridotto la spesa pubblica, il debito di bilancio del 14% e risanato i conti della sanità».

Con una Regione considerata ancora in Piano di rientro le ricadute dei provvedimenti del Governo sarebbero pesanti. «E allora – spiega il presidente della Regione – o si decide, conti alla mano, l’uscita dell’Abruzzo dalle regioni commissariate oppure si pensa ad un regime derogatorio per una regione che viaggia con parametri di virtuosità».

Si tratta, nella sostanza, della richiesta che lo stesso presidente ha fatto in sede di conferenza delle Regioni, alla quale ha chiesto di creare una terza categoria di regioni che pur stando in regime di commissariamento, presentano in materia sanitaria un avanzo di bilancio. La richiesta a Monti è soprattutto quella di uscire da «un’inaccettabile semplificazione, che rischia di penalizzare ancora una volta chi ha portato avanti l’opera di risanamento».

«Non contesto – ha spiegato – la filosofia secondo la quale le Regioni meno virtuose debbano pagare di più, dico invece che l’Abruzzo, in ragione del percorso attuato, non può essere più considerate tra queste».

Il Presidente Chiodi ha poi illustrato le conseguenze che potrebbero avere i provvedimenti del Governo in Abruzzo: per la spending review la regione commissariata sarebbe parificata alle amministrazioni statali e dunque subirebbe le decisioni del supercommissario; per il Patto di stabilità è previsto un inasprimento di 800 milioni per il 2012 e 1,6 miliardi per il 2013 e la Conferenza delle Regioni chiede che tale inasprimento sia più forte nelle regioni commissariate. Infine, la compensazioni dei debiti e crediti fiscali delle partite Iva che non potrebbe trovare attuazione in Abruzzo in quanto regione commissariata. «Se così fosse, non possiamo accettare – conclude Chiodi – questa ulteriore penalizzazione per le imprese abruzzesi, con il rischio reale di veder vanificato tutto lo sforzo di risanamento portato avanti finora».

COSTANTINI (IDV), SCURE GOVERNO COLPA DI CHIODI – «Quando si e’ chiesto a Chiodi, dopo quasi quattro anni, di lasciare la poltrona di Commissario, ha risposto che la situazione debitoria non lo consentiva ancora. Ed ora che gli contestano, in questo caso il Governo, che la sua Regione, in quanto commissariata, deve fare sacrifici supplementari, risponde che si tratta di un agguato del Governo perche’ i numeri dimostrerebbero che l’Abruzzo e’ tra le Regioni virtuose». A parlare e’ Carlo Costantini, capogruppo dell’Idv in consiglio regionale. «Alla persona qualunque – dice – verrebbe da chiedersi: ma se siamo commissariati, come facciamo ad essere anche virtuosi? O, se siamo davvero virtuosi, perche’ Chiodi e’ ancora Commissario? Queste due domande contengono anche la risposta, tanto sono incompatibili le situazioni tra loro. Ma se anche volessimo provare a renderle esplicite – afferma Costantini – al massimo le risposte potrebbero diventare due. La prima. Perche’ i conti non sono ancora in ordine e, dopo quattro anni di gestione commissariale di Chiodi, siamo di nuovo costretti a subire la scure del governo. La seconda.

Perche’, pur essendo i conti in ordine, non avendo Chiodi voluto privarsi della poltrona di Commissario, siamo di nuovo costretti a subire la scure del governo.

In entrambi i casi siamo costretti a subire la scure del governo. Per responsabilita’ esclusiva, aggiungo io – e’ sempre Costantini – di chi governa da ‘monarca’ la sanita’ abruzzese da circa 4 anni.

Un fallimento su tutta la linea, con un unico rimedio possibile, per evitare che si consumino danni ulteriori all’Abruzzo: le sue dimissioni».

TAFFO, CHIODI CHIEDA ESTENSIONE DECRETO – Intanto Angelo Taffo, presidente di Confartigianato Abruzzo, lancia un appello a Chiodi: estendere la certificazione dei crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, prevista dal decreto sblocca-debiti varato dal governo anche alle regioni sottoposte a piani di rientro da deficit sanitari come l’Abruzzo.

«Chiodi – afferma il presidente Taffo – ha voce in capitolo nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, competente ad esprimere il parere sui decreti varati dal Governo. Auspichiamo dunque che in tale sede, per il bene delle nostre imprese, il Governatore chieda con forza per l’Abruzzo di limitare l’impossibilità di rilasciare la certificazione ai soli debiti riguardanti la sanità, e non anche a tutti gli altri debiti degli enti locali, altrimenti – spiega il presidente della confederazione degli artigiani – ad essere gravemente penalizzate e discriminate rispetto alle aziende del resto d’Italia saranno proprio le imprese che subiscono i maggiori ritardi di pagamento degli enti pubblici, Abruzzo in testa».

Taffo, infine, ricorda come: «Lo scorso marzo il bollettino economico di Banca D’Italia ha indicato una flessione generalizzata dei prestiti alle imprese, in modo accentuato sulle piccole imprese con meno di 20 addetti, con un calo dell’1,8% in Abruzzo delle erogazioni (variazione gennaio 2012 rispetto a giugno 2011). Il bollettino rileva inoltre che alle minori erogazioni si aggiunge un tasso di interesse applicato alle imprese con meno di 20 addetti superiore di 2,39% rispetto a quelle con più di 20 addetti. Il problema del credito e della liquidità resta, dunque, la priorità per la regione Abruzzo».

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