
«Sono sereno e tranquillo, credo di aver spiegato tutto, sono molto fiducioso in una conclusione positiva della vicenda. Ho piena fiducia della magistratura, credo di aver spiegato l’equivoco». Lo ha detto il vice presidente della giunta regionale con delega alle attività produttive, Alfredo Castiglione, al termine dell’interrogatorio dinanzi il Gip del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, nell’ambito dell’inchiesta “Caligola” su presunte tangenti sotto forma di assunzioni in alcuni bandi sull’informatica relativi al programma di cooperazione Ipa adriatico.
Nei giorni scorsi il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Antonietta Picardi, aveva chiesto al gip l’interdizione dai pubblici uffici per Castiglione.
«Nel merito – ha aggiunto il vice presidente della giunta regionale – con tutte le riforme che sto facendo, non sto certo a pensare alle referenze per un protocollo culturale con l’Albania senza scopo di lucro che poi non si è fatto. Credo che i giudici abbiano capito la mia buona fede, non a caso abbiamo spedito la referenza per raccomandata, quindi alla luce del sole e lo avrei fatto non solo all’allora mia fidanzata, ora ex, ma anche se non ci fosse stata di mezzo la mia compagna. Dall’Albania mi chiedevano solo se questa associazione operava ed esisteva».
La decisione del Gip è attesa tra quattro, cinque giorni. In caso di accoglimento, dell’interdizione dai pubblici uffici, Castiglione sarà costretto a dimettersi. Nei prossimi giorni, gli avvocati di fiducia del vice presidente alla giunta regionale, produrranno altre memorie difensive.
Dopo l’interrogatorio, Castiglione ha raggiunto la sede della Giunta per partecipare ai lavori.
Una gara d’appalto da quasi 100 mila euro condizionata per «favorire» il progetto dell’«amico» Corrado Troiano. E’ questa l’accusa specifica che pende su Castiglione che avrebbe perseguito un interesse di natura privata consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell’associazione della convivente. Per gli investigatori, il bando cucito addosso alla Cyborg «trovava una sua paternità politica nell’attività di intermediazione di Castiglione» tanto che una delibera decisiva è stata approvata dalla giunta proprio con Castiglione presidente supplente.
CHIODI, ‘SE CONFERMATO, INEVITABILE TENERNE CONTO’ – «Se dovesse essere confermata la misura interdittiva non credo ci siano alternative. Mi auguro che non ci sia, ma se ci dovesse essere è chiaro che bisognerà tenerne conto». Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, in relazione alla misura di interdizione dai pubblici uffici chiesta dal sostituto procuratore Antonietta Picardi nei confronti del vicepresidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione, coinvolto nell’inchiesta denominata ‘Caligola’. Questa mattina Castiglione ha incontrato il gip Marco Billi e la stessa Picardi per chiarire la sua posizione. Con l’interdizione dai pubblici uffici il vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico sarebbe costretto alle dimissioni, con conseguente rimpasto delle deleghe. «Per come lo conosco – ha concluso – ritengo che sia in grado di spiegare le situazioni. Me lo auguro, naturalmente. Aspettiamo» ha aggiunto Chiodi.