
Tolti i sigilli al capannone dell’ex Agriformula, dove negli anni passati avveniva la lavorazione dei liquidi, di cui era stato disposto il sequestro preventivo il primo marzo di quest’anno. La decisione è stata presa dal tribunale di L’Aquila che si è pronunciato sull’appello del difensore della Polven.re srl restituendo di fatto l’area sita all’interno del nucleo industriale di Bazzano.
Il capannone posto sotto sequestro era utilizzato dall’attuale proprietà come rimessa e officina per automezzi pesanti del settore edile, mentre un’altra parte della medesima struttura era adibita a stoccaggio di macerie.
L’inchiesta sul disastro ambientale, avviata dai carabinieri della stazione di Paganica dopo un esposto anonimo, fa riferimento alla presenza di sostanze derivanti dalle lavorazioni di residui chimici con l’ipotesi di avvelenamento delle stesse falde acquifere. Il 28 maggio scorso la Camera di Consiglio ha ritenuto di escludere gli indizi di reato posti a fondamento del sequestro preventivo così come delle esigenze cautelari.
«Allo stato attuale, come al momento dell’adozione della misura cautelare – si legge nell’ordinanza – il procedimento amministrativo non ha riscontrato livelli di concentrazione degli agenti inquinanti tali da raggiungere la soglia del rischio (art. 240/b) né tantomeno il procedimento è pervenuto ad una fase in cui siano stati dispostil a messa in sicurezza di certe aree e la successiva bonifica di quelle bonificabili».
red