
«Non posso accettare che si venga additati come esempio da non seguire». Il commissario per la ricostruzione e governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi reagisce così al «trattamento ricevuto da alcuni media che, citando la gestione del post sisma all’Aquila, ne parlano come di un esempio di negatività».
«Trovo queste affermazioni estremamente ingenerose nei riguardi di chi ha speso tante energie ed affatto veritiere» spiega Chiodi, sottolineando che «quello dell’Aquila del 2009 è stato uno dei terremoti più violenti e devastanti degli ultimi decenni in Europa» anche se «molti lo hanno già dimenticato e con troppa leggerezza, forse, azzardano paragoni inaccettabili perché il sisma dell’Aquila non ha eguali. Non solo quanto a danni materiali e morali, ma anche per efficienza ed efficacia della governance dell’emergenza, dell’assistenza e della ricostruzione».
«Può far comodo dimenticare – aggiunge Chiodi – che nelle ore immediatamente successive alla scossa assassina, furono assistite centomila persone, rimaste fuori dalle loro abitazioni, sistemate nelle tende o negli alberghi, raggiunti grazie alla tempestiva attivazione dei mezzi delle autolinee regionali. Il mondo intero, poi, ci ha osservato, elogiato, preso a modello quando, con gli alloggi del progetto Case, realizzati in pochi mesi, abbiamo dato un riparo confortevole a migliaia di famiglie».
Secondo Chiodi i numeri parlano da soli: «12 mila cantieri finanziati e già chiusi per la ricostruzione di edifici con danni più lievi, la più grande operazione al mondo di messa in sicurezza di edifici di pregio, 7 mila progetti relativi alle case classificate ‘E’ ammessi a contributo e in via di esecuzione. Oggi, dopo un complesso lavoro di scrittura normativa, possiamo dire che anche la ricostruzione pesante e degli immobili vincolati all’interno dei centri storici è ufficialmente partita». «Abbiamo fatto molto anche nel contesto della ricostruzione tout court – insiste Chiodi – se è vero che oltre 40 mila persone sono rientrate nelle loro dimore. E tutto ciò, vigilando sulla legalità e trasparenza delle procedure, arginando e neutralizzando qualsiasi tentativo di infiltrazione malavitosa. Spesso si cita il Friuli come best practice. Lì hanno ricostruito dopo 4 anni, noi dopo tre, possiamo dire, orgogliosamente, lavorando sodo, di aver avviato la ricostruzione pesante e dei centri storici e di aver ridato una nuova speranza alla nostra gente».
«Ora il regime del commissariamento si avvia a conclusione – aggiunge Chiodi – e questo perché ha esaurito i suoi compiti di pianificazione, di progettazione e di indirizzo. Spetterà agli enti locali riportare in vita il patrimonio immobiliare di relative città, paesi e borghi amministrati e ridare una identità alla propria comunità. Ma il grosso è fatto. Le risorse sono state assicurate dal Governo e la filiera Fintecna, Cineas, Reluis è ben oleata ed in grado di ‘lasciare’ ai Comuni solo pratiche ultimate».
«Alla popolazione dell’Emilia – conclude Chiodi – saremo vicini col cuore e con tutti i mezzi possibili, dimostrando sul campo che la nostra, valida, esperienza può essere di vero aiuto e supporto» anche perché «da noi sono stati impegnati esperti, studiosi, professionisti ed imprenditori seri ed altamente competenti e gli alti standard tecnici raggiunti hanno suggerito, in occasione di altre calamità nel mondo, di emularci».
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