Carceri: StopOpg lancia allarme

7 giugno 2012 | 16:56
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Carceri: StopOpg lancia allarme

Segnali preoccupanti, per il comitato StopOpg Abruzzo, emergono in regione della «riorganizzazione conseguente al processo di dismissione degli ospedali psichiatrici giudiziari(Opg), in quanto l’ente Regione, invece di concentrarsi sul potenziamento dei servizi territoriali e dei dipartimenti di salute mentale (Dsm), vorrebbe rinchiudere i pazienti degli opg in nuove sezioni delle carceri regionali».

L’allarme del comitato è stato lanciato nell’ambito di un incontro a Pescara al quale hanno partecipato il consigliere regionale Maurizio Acerbo (Prc), Angela Scottu della segreteria regionale Cgil, il responsabile del Centro salute mentale di Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), Gianni Carussi, lo psicologo Alessandro Sirolli, la referente abruzzese dell’Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Unasam), Giovina Nasuti, e lo psichiatra Danilo Montinaro.

In particolare, sono 22 gli abruzzesi ricoverati negli Opg: 21 di essi sono nella struttura di Aversa (Caserta) e uno in quella di Castiglione delle Stiviere (Mantova). La legge 9 del 2012, che stabilisce il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici, prevede risorse pari a 38 milioni per il 2012 e 55 milioni per il 2013 per i percorsi terapeutico riabilitativi finalizzati al recupero e reinserimento sociale dei pazienti. La norma stanzia inoltre 180 milioni di euro per la realizzazione o riqualificazione delle strutture dei Dipartimenti di salute mentale.

Il comitato StopOpg ha riferito di avere inviato, senza riscontro, una richiesta di incontro per «conoscere gli impegni che la Regione intende assumere nel rispetto della nuova legge». Il referente della Regione per il superamento degli Opg avrebbe però comunicato l’apertura di nuove sezioni nelle carceri per malati mentali, utilizzabili provvisoriamente per ricoverare i pazienti delle Opg, e la realizzazione di quattro strutture residenziali per persone con disturbi psichiatrici.

«Un percorso di questo tipo – hanno commentato gli esponenti del comitato – riporta l’Abruzzo indietro di 40 anni. Ribadire che le nuove sezioni carcerarie sono una soluzione temporanea ci pone davanti a pericolose soluzioni socio-sanitaria, così come l’apertura di ben quattro strutture residenziali ci fa pensare al ritorno di una politica sanitaria regionale di tipo manicomiale. Tutto questo – hanno sottolineato – è un modo superficiale e sconsiderato di affrontare il problema».

Il comitato chiede dunque l’attuazione di linee programmatiche ben precise: l’affido in carico di ogni paziente ricoverato negli Opg ai Dsm, con analisi, valutazione e formulazione di un piano personalizzato di cura; evitare la realizzazione di nuove strutture residenziali per scongiurare il rischio di altri luoghi di esclusione e segrefazione; la costituzione, presso ogni Dsm, di un gruppo di lavoro per il monitoraggio dei progetti; l’assegnazione ai Dsm da parte della Regione dei fondi ministeriali per la chiusura degli Opg, al fine di incrementare il personale e potenziare l’offerta dei servizi.

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