
di Paola Marulli
Nel corso dell’assemblea cittadina sul patrimonio culturale di ieri pomeriggio, definita dal moderatore Antonio Gasbarrini “un incontro surreale”, date le circostanze in cui i relatori si sono trovati a parlare: omelie cantate e rintocchi di campana diffuse tramite altoparlanti dalla vicina chiesa delle Anime Sante, hanno reso alquanto particolare l’incontro. I partecipanti si sono confrontati sulla questione del trasferimento delle opere d’arte, appartenenti al Museo Nazionale d’Abruzzo, in altre sedi museali regionali e sulla necessità a tre anni dal sisma di riportare la cultura nel centro storico cittadino attraverso azioni programmate e condivise.
Il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, Fabrizio Magani, ha ribadito tutto il suo impegno nel voler riconsegnare agli aquilani il castello « cantiere più importante della città, la quale dovrà tornare ad essere aperta alla cultura per poter competere con le altre candidate a capitali della cultura per il 2019 ». « Fino ad ora – continua il direttore – sono stati stanziati 4 milioni di euro per la fortezza cinquecentesca per provvedere al restauro dell’asse principale e intorno alla metà di giungo sarà consegnato il cantiere per la riqualificazione dell’area dell’ex-mattatoio, che ospiterà le opere del museo nazionale e bisognerà attuare una selezione qualitativa e di contenuti per l’allestimento». L’idea è quindi quella di ridotare L’Aquila di contenitori culturali che siano in grado di essere dei poli attrattori anche per il turismo e intanto per non tenere le opere salvate dal terremoto all’interno dei depositi, alcuni di fortuna, le istituzioni culturali hanno pensato a delle mostre temporanee itineranti in regione.
La Soprintendente Lucia Arbace, attraverso il tour espositivo delle Madonne d’Abruzzo e del Trittico di Beffi (ora esposto nell’atrio della Banca d’Italia), ha voluto valorizzare il patrimonio storico-artistico abruzzese facendo viaggiare l’identità culturale per poter stimolare l’interesse anche dei fruitori esterni. «Entro agosto – ha dichiarato Arbace – il complesso di Sant’Amico ospiterà i volumi della biblioteca e dell’archivio storico conservati al castello», così finalmente gli studiosi e non solo potranno tornare a consultare i preziosi testi e lo potranno fare in un luogo d’eccellenza quale il complesso monastico situato in pieno centro storico.
Il fronte comunale, rappresentato dall’assessore Stefania Pezzopane e il neo assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, è impegnato nel portare avanti la candidatura dell’Aquila a capitale della cultura e per presentarsi bisogna secondo la Pezzopane « cercare di far partecipare tutti gli aquilani all’ambizioso progetto europeo, creando una rete di condivisione e partecipazione» . Gli obiettivi comuni, vestiti da speranze, per le istituzioni culturali aquilane sono quelli di far tornare ad essere L’Aquila e il suo centro storico produttori di cultura. Il lavoro che si sta facendo per il capoluogo abruzzese mira a “L’Aquila capitale della cultura 2019”, a 10 anni dal terremoto, se la città vincesse questa sfida sarebbe sinonimo di successo per gli aquilani e la ricostruzione.
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