
[i]Giancarlo De Amicis [/i]- I principi ispiratori che nel 2010 presiedettero alla nascita del Gruppo di Policentrica scaturirono da una lettura del paesaggio aquilano elaborata in chiave contestuale e con lo sguardo rivolto alle trasformazioni che si andavano manifestando in conseguenza dell’evento sismico. Ne conseguiva uno scenario di città “… ricoperta di strati di frantumi di immagini come un deposito di spazzatura dove è sempre più difficile che una figura tra le tante riesca ad acquisire rilievo …”. La visione elaborata dal Gruppo nasceva dal proponimento di “… cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno (aquilano), non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
Al di là dell’obsoleta visione oppositiva di città e campagna, il Gruppo faceva penetrare nel panorama culturale aquilano, il concetto di paesaggio urbano, da cui faceva scaturire una visione fondamentalmente attestata su due coordinate ambientali: una lineare ed una di area. La prima era volta a realizzare un sistema infrastrutturale verde multifunzionale che, traendo linfa dal reticolo fluviale dell’Aterno, si aprisse alle prospettive dei Parchi agricoli di prossimità e della mobilità sostenibile (volti a soddisfare esigenze di natura alimentare, culturale, didattica, di ristoro, ricreativo e di riequilibrio ecologico); la seconda era interessata a introdurre un sistema reticolare di poli di attrazione, in grado di strutturare la congerie insediativa aquilana.
Alla stregua di due layer che si sovrappongono sul corpo terremotato della città diffusa, queste due matrici si proponevano di ridisegnare il paesaggio urbano, conferendogli quei presupposti necessari per avviare un progetto di città intelligente. La visione, divulgata civile attraverso vari canali di comunicazione, destò interesse e divenne argomento di dibattito, fino a farsi oggetto di confronto delle coalizioni formatesi in occasione delle l’elezione del nuovo sindaco.
Oggi, dopo oltre un anno e mezzo dalla sua nascita il Gruppo, ponendosi il problema di dare maggiore consistenza a suddetta visione, ha individuato alcune tematiche prioritarie di detta visione, che possano essere di supporto e stimolo alla elaborazione di un Progetto di Sviluppo Strategico. Pur ammettendo l’importanza rivestita dalla ricostruzione delle abitazioni e del centro storico, necessarie per rigenerare la speranza nei cittadini, il Gruppo ritiene che la prospettiva di una nuova economia fondata su una visione inclusiva e di eco-sostenibilità, debba necessariamente passare attraverso la creazione di un nuovo scenario ambientale della polis, che faccia del patrimonio naturalistico e culturale la matrice di identità e lo strumento di sviluppo dell’intero contesto urbano-territoriale. I segni di questo patrimonio sono in gran parte rintracciabili lungo la fascia fluviale dell’Aterno, oggi lasciata all’incuria, al degrado e all’indebito sfruttamento antropico.
Una condizione estremamente critica che richiede interesse e cure altrettanto specifiche e approfondite di quelle necessarie per la ricostruzione del centro storico, pena l’intensificarsi dell’incombente fenomeno di desertificazione. Causato per lo più da attività antropiche ispirate ad una cultura insostenibile, questo processo tende a propagarsi silenziosamente in modo esponenziale, nella più completa ignavia delle istituzioni responsabili e della società civile. Il processo di desertificazione dell’Aterno è l’espressione di una città della cultura incapace di aprirsi ad una cultura ispirata alla prospettiva ecologica (green economy). Intenti ad affrontare i problemi della contingenza (la ricostruzione delle case), persistiamo nel non volerci occupare di quegli aspetti del nostro vivere, che già prima del 2009 ci tormentavano come comunità urbana: inventarsi una nuova economia della conoscenza, che mettesse in rete le reali potenzialità dei luoghi, dell’ambiente, delle persone.
Ancora oggi, per non aver dato sufficiente importanza alla problematica della desertificazione del fiume, il fenomeno della desertificazione è diventato tristemente famoso, provocando svariate siccità e rendendo l’alveo fluviale una fogna a cielo aperto, una componente del paesaggio urbano tristemente emarginata dalla vita sociale ed economica degli aquilani, quando invece potrebbe divenire il leitmotiv di una nuova prospettiva di vita. A livello mondiale il fenomeno della desertificazione oggi rappresenta uno dei maggiori problemi ambientali, sociali ed economici, che riduce la fertilità dei suoli e la capacità dell’ecosistema di produrre servizi all’uomo. In particolare, le cause che hanno influito sul processo di desertificazione dell’Aterno sono varie e complesse, abbracciando fattori antropici e ambientali, spesso combinati fra loro. Il processo può essere invertito, grazie ad un Piano Strategico di Sostenibilità Fluviale, strutturato da un insieme di azioni di riqualificazione, tra cui la ri-immissione del corpo idrico nell’alveo fluviale, la realizzazione di un adeguata copertura vegetale lungo il fiume, la tutela attiva del paesaggio fluviale mediante l’istituzione a livello comunale, di un Parco Fluviale, il disinquinamento del fiume, l’eliminazione delle discariche, delle cattive pratiche di irrigazione, delle perdite del sistema di adduzione idrico alimentare, il recupero e l’immagazzinamento delle acque piovane entro vasche di accumulo, la regolare manutenzione del reticolo fluviale. In quest’ambito si profilano alcune prospettive operative che Policentrica – in prosecuzione della sua attività di stimolo culturale, per il perseguimento di obiettivi strategici – potrebbe promuovere, attestandole su due iniziative risolutive:
la costituzione del “Central Park Lungaterno”
e la ri-immissione di acqua dal lago di Campotosto.
Della seconda operazione, che impegna l’Enel al rilascio di un’aliquota di acqua del lago nell’alveo dell’Aterno, esiste già un’ Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, risalente al governo Prodi. Allo stato attuale però, l’Ordinanza non ha avuto largo seguito. Su questi obiettivisi ritiene possa concentrarsi buona parte della prossima azione del Gruppo che, configurandosi come chiara azione politica, arricchisce la città di nuove prospettive strategiche, alle quali la governance aquilana dovrà dare risposta.