Prandelli e l’Italia soli contro tutti

8 giugno 2012 | 09:52
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Prandelli e l’Italia soli contro tutti

E’ più forte di noi. Ogni volta che c’è un Europeo o un Mondiale dietro l’angolo, troviamo sempre il modo di farci riconoscere.

Nell’82, gli strascichi del primo calcioscommesse che, rispetto al verminaio attuale, sembra una storia di peracottari. Per non dire delle furiose polemiche della vigilia dopo la sofferta vittoria sullo Sporting Braga, ultimo test amichevole.

Gol di Graziani e Sordillo, il presidente federale, che sbotta: “Se giochiamo così, è meglio tornare subito a casa”. Sordillo portò bene: quando gli Eroi di Madrid sollevarono la Coppa, negli spogliatoi non vollero né lui nè Matarrese, l’uomo che prima del torneo,voleva prenderli tutti a calci nel sedere. Gli andò bene che non fecero il contrario.

Nel 2006, Calciopoli sembrò mandare all’inferno Lippi e il suo Gruppo: invece, a Berlino fu un trionfo.

Siccome non ci facciamo mai mancare nulla, nel 2012 c’è il combinato disposto Scommessopoli- pasticcio Criscito no Bonucci sì – uscite spericolate di Buffon in tabaccheria – disorganizzazione della Lega-ignavia della Federcalcio che non ha fatto nulla per facilitare il lavoro del selezionate.

Ma per fortuna che c’è lui, Cesare Prandelli, il Bearzot del terzo millennio, il ct di stampo atalantino, come lo era Roberto Donadoni, nel 2008 eliminato ai quarti solo dopo i rigori dalla Spagna che poi sarebbe diventata campione d’Europa e del mondo. Donadoni aveva lavorato benissimo, ma venne fatto fuori da una manovra di Palazzo, tesa a riportare in sella Lippi con i brillanti risultati che sappiamo: disastro alla Confederations Cup 2009, disfatta a Sudafrica 2010 dove, per la prima volta in cent’anni di storia, gli azzurri non riuscirono a vincere manco una partita della fase finale.

Naturalmente, nessuno del Palazzo ha ancora chiesto scusa a Donadoni. Essendo un uomo tutto d’un pezzo, abituato a dire ciò che pensa pensando a ciò che dice, Prandelli sta tenendo botta con una saggezza e una determinazione degne del suo carattere e della sua forza morale. Lui che ha portato gli azzurri ad allenarsi in Calabria, su un campo sequestrato alla ‘ndrangheta e li ha guidati ad Auschwitz e a Birkenau, per non dimenticare mai.

Prandelli ha capito sulla sua pelle che cosa significhi fare il ct nel Paese dei 60 milioni di ct, la cui fauna è composita: dai gufi agli avvoltoi passando per le prefiche e le cassandre. Gli stessi che, due anni fa, sentenziavano la fine del calcio italiano, descritto senza talenti, senza futuro, senza speranza.

Prandelli ha smentito i pessimisti e i menagramo: ha stravinto il gruppo di qualificazione, vantando la miglior difesa di tutti i gironi eliminatori, ha ridato un gioco e un’anima ad una Nazionale che, se avesse potuto preparasi meglio all’Europeo, oggi non affronterebbe la Spagna come se a Danzica l’attendesse il giudizio di Dio. Certo, l’Italia imbattuta nelle gare ufficiali, ha perso le ultime tre amichevoli di fila, disputate nell’arco di 8 mesi.

Ma, nel ’94, Sacchi ebbe a disposizione la squadra per 40 giorni , durante i quali gli azzurri disputarono tre test, prima del mondiale americano. Prandelli no. Per mesi ha chiesto stage di 72 ore, per reparto: non gliene hanno dato uno. Prima delle tre legnate prese dai russi, venerdì scorso a Zurigo, ha potuto allenare la Nazionale al completo per soli cinque giorni. Complimenti alla Lega acefala, che ha un presidente dimissionario da quindici mesi; alla Figc che bela anziché ruggire, all’egoismo dei club che se ne fregano della Nazionale.

Tanto peggio per loro. Nulla è impossibile, purchè ci si creda: Chelsea by Di Matteo docet. Prandelli ha perso Barzagli, la difesa è in emergenza, ma Pirlo ha recuperato e, se Balotelli fa bene ciò che gli riesce meglio, cioè giocare al calcio, assieme a Cassano può farci divertire. Comunque vada, sarà un successo e lo diciamo prima, ricordando che a Cesare, nel 2010, venne affidato l’incarico di portarci in Polonia dopo avere raccolto i cocci sudafricani. Missione compiuta. Se, invece, dovesse andare bene o molto bene, speriamo solo che Prandelli butti giù dal carro quelli che si affanneranno a saltarci sopra.

La Spagna campione d’Europa e del mondo in carica è la favorita: meglio per noi affrontarla subito. La Germania e l’Olanda sono convinte di spodestarla. La Polonia debutta stasera con la Grecia e ha una corsia preferenziale verso i quarti, mentre l’Ucraina soffrirà le pene dell’inferno. Come quelle che le sue autorità stanno infliggendo a migliaia di cani e di gatti randagi, sterminati con una crudeltà inaudita per fare bella figura agli occhi del mondo. G.B. Shaw lo diceva sempre: più conosco gli uomini e più apprezzo gli animali. Parole sante.

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