
Ascoli Piceno – Nella magica cornice del Teatro Ventidio Basso di Ascoli si sono ripercorsi oggi i quarant’anni di storia della grande cooperativa di Conad Adriatico. Nata nel 1972 dalla fusione di tre piccole cooperative della zona del Piceno, oggi Conad Adriatico vanta 350 punti vendita in solo quattro regioni d’italia, 200 mila metri quadrati (l’equivalente di 30 campi di calcio), 1500 collaboratori diretti e 4250 indiretti, 29 punti vendita in Albania con 300 dipendenti.
La necesssità di rinnovamento del commercio al dettaglio e di rafforzamento della competitività delle imprese associate avevano portato nel maggio 1962 a Bologna alla nascita di Conad nazionale, che in 50 anni è diventata il secondo player d’Italia. Doppio compleanno in casa Conad in questo buio 2012 di crisi, una festa che mette vicini gli anziani soci fondatori ai giovani nuovi soci che si avviano ad intraprendere una nuova sfida con la grinta e la determinazione della ‘gente di Conad’. Qualità che sono i cromosoma ereditati dagli anziani e le fondamenta solide su cui è nata la cooperativa, giunta alla terza generazione delle famiglie degli imprenditori storici.
‘La spilletta che rappresenta la margherita stilizzata simbolo di Conad (che qui tutti portano al bavero della giacca, ndr) per noi non è una bandiera o un semplice logo – ha spiegato Giorgio Magnanelli, direttore amministrativo di Conad Adriatico oggi in veste di eclettico [i]anchorman[/i] – per noi di Conad è un cromosoma del nostro Dna’.
Il modello cooperativo di Conad Adriatico al centro del dibattito odierno, ‘un sistema organizzativo vincente fatto di responsabilità diffusa e micro gestione in cui il socio proprietario del supermercato è vicino all’utente in modo capillare’ ha spiegato Antonio Di Ferdinando, amministratore delegato di Conad Adriatico. Il punto di forza e di eccellenza del socio gestore, e proprietario del negozio Conad, è proprio la vicinanza all’utente e la capillarità del servizio, dovute alla presenza dei punti vendita Conad anche nei più piccoli paesi, potendo contare sulla competitività e la struttura della grande multinazionale.
‘Questa crisi – per Di Ferdinando – è paradossalmente un’opportunità x noi di Conad, noi che siamo vicini al territorio e lo conosciamo molto di più di chi dirige i punti vendita stando a Milano o a Bruxelles’. Anche i numeri confermano la validità del modello cooperativo di Conad e di Conad Adriatico, in particolare, che nonostante la crisi riescono a tenere saldo il timone verso la cescita e la produttività.
Un modello organizzativo che consente ad un brillante addetto alla vendita di diventare capo reparto, prima, direttore del punto vendita e socio della cooperativa, poi, fino a coronare il sogno di diventarne il Presidente. Questo è il [i]sogno americano[/i] dell’attuale Presidente di Conad Adriatico Maurizio Pavone, il socio tra i più performanti della cooperativa, con i suoi supermercati situati a Francavilla al Mare.
Un sistema meritocratico che ha premiato chi ha dimostrato d’avere le capacità per risollevare la cooperativa dal periodo difficile degli anni ’80, Antonio Di Ferdinando, socio Conad dal 1975, che ne ha preso le redini come amministratore delegato nel 1984 mettendo a garanzia della fidejussione della cooperativa, la propria casa e che da allora dirige Conad Adriatico con sapienza e dedizione.
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Grande testimonial dell’evento è stato Arrigo Sacchi, ex commissario tecnico della nazionale, storico motivatore e pioniere dell’idea del “fare squadra”. Il mister di Fusignano ha puntato tutto sulla forza del gruppo. La stessa idea vincente da quarant’anni in Conad Adriatico. Da qui, chiaro, il paragone calcistico: “Puoi anche avere i giocatori più forti al mondo, ma il singolo non farà mai una squadra. Si deve avere la certezza che si può sempre fare di più è meglio. Sono molto affezionato a questo Gruppo – ha aggiunto – visto che mia moglie è da sempre una cliente Conad”.
Tito Boeri, professore ordinario di Economia del lavoro all’Università Bocconi di Milano, ha poi tenuto una [i]lectio magistralis[/i] sul cooperativismo. “Le cooperative hanno più chance delle altre aziende – ha spiegato il professor Boeri – tengono meglio i livelli occupazionali. In questa fase stiamo assistendo a un processo di concentrazione che sarebbe la giusta maniera per combattere la crisi. Condividere le risorse e mettere in rete le energie significa magari rinunciare a una parte del profitto, ma è estremamente positivo sul piano dell’efficienza”.
La tavola rotonda su “Fare Cooperazione in tempo di crisi” ha voluto poi approfondire il tema del cooperativismo. Moderata dal giornalista e conduttore televisivo Maurizio Mannoni, ha coinvolto Antonio Di Ferdinando – amministratore delegato Conad Adriatico -, Giuliano Poletti – presidente di Legacoop- e Francesco Pugliese – direttore generale di Conad. È stato fatto il punto sul modello cooperativo, da sempre l’anima di Conad Adriatico. “Abbiamo incrementato le vendite dell’8% e questo ci riempie di soddisfazione- ha dichiarato Antonio Di Ferdinando – Il nostro modello organizzativo fa di noi un punto di forza e di eccellenza. Paradossalmente, la crisi che stiamo vivendo rappresenta per noi un’opportunità”.
“Una cooperativa è come una zappa appoggiata ad un muro – ha incalzato Giuliano Poletti – deve essere utilizzata altrimenti non serve a nulla”.
In occasione della grande festa per i 40 anni di Conad Adriatico sarà possibile visitare la tappa della mostra fotografica itinerante “Italiani nel dettaglio” allestita per il cinquantennale di Conad nella splendida cornice della Sala Cola dell’Amatrice, adiacente al Chiostro di San Francesco. All’interno dell’esposizione viene ospitata una speciale sezione tematica dedicata a “40 anni insieme, 1972-2012” di Conad Adriatico per celebrare le principali tappe di una lunga storia di successi. La mostra rimarrà ad Ascoli Piceno fino al prossimo 13 giugno.