Porte chiuse per edilizia locale

10 giugno 2012 | 09:05
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Porte chiuse per edilizia locale

Le porte della ricostruzione continuano ad essere chiuse, anzi blindate, per i piccoli lavoratori strozzati dalla scarsa liquidità. «Continuano ad esporsi per arrivare a fine mese e conseguire il famigerato Durc, poi però si trovano ad un bivio – spiega Rita Innocenzi della Fillea-Cgil – o portano i libri in tribunale o si affidano, consorziandosi, a imprese provenienti da fuori città alle quali la liquidità non manca. In ballo anche finanziarie. Una situazione che potrebbe e esporre la città ad infiltrazioni malavitose».

E le White list? «Sono sicuramente una buona cosa – continua La sindacalista – Il problema è che l’esito del controllo spesso arriva quando i lavori sono in fase avanzata».

Responsabile della crisi della piccola edilizia è anche la burocrazia cieca, secondo la Innocenzi che cita come esempio emblematico quello della rendicontazione. «L’esposizione delle imprese spesso si ripercuote sul salario».

Ormai l’aria si è capita, i cantieri stanno partendo, ma le imprese aquilane continuano a rappresentare una minoranza. Tutta la triplice concorda nel giudicare questa situazione una emergenza. Di qui la richiesta di un incontro urgente al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, per attivare un tavolo di confronto sui temi specifici della ricostruzione, dello sviluppo, del lavoro e delle iniziative di carattere sociale da intraprendere insieme per dare nuovo impulso al tessuto economico locale, duramente colpito dal sisma del 6 aprile 2009. La richiesta è stata avanzata dai Segretari provinciali di Cgil, Umberto Trasatti, Cisl, Paolo Sangermano e Uil, Michele Lombardo, che hanno inviato una nota al sindaco, Cialente. Le organizzazioni sindacali sollecitano «l’apertura di un confronto su ricostruzione, sviluppo del territorio, il fisco, ripresa economica e lavoro». A.Cal.

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