Terremoti: imparare dall’esperienza aquilana

10 giugno 2012 | 15:52
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Terremoti: imparare dall’esperienza aquilana

L’università degli studi dell’Aquila ha organizzato per lunedì 11 giugno un incontro dal titolo ‘[i]Mettere in sicurezza l’Italia? Profili nazionali e internazionali, disastri naturali e artificiali, competenze e progetti[/i]’.

Il convegno, organizzato in collaborazione con l’osservatorio giustizia investigazione sicurezza dell’Università dell’Aquila (Ogisaq), si svilupperà in due parti: la prima, incentrata sul ‘modello aquilano’ si terrà, a partire dalle ore 10.30, nell’aula T5 del polo didattico di Via Di Vincenzo, mentre la seconda, incentrata sui ‘profili internazionali’ inizierà alle ore 15 e sarà ospitata da Casa Onna.

La sessione mattutina del convegno sarà presieduta dal prefetto dell’Aquila Anna Maria Iurato e vedrà la partecipazione di Emilio Cocco, COST Action IS0803, Remaking Borders Network; Fabio Velardi, analista di relazioni internazionali; Roberto Razzano, dirigente superiore della Polizia di Stato; Anna Tozzi, responsabile relazioni internazionali dell’università dell’Aquila; Paolo Carretta, capo ufficio addestramento e studi della scuola della Guardia di Finanza e Mariateresa Gammone dell’università dell’Aquila.

La sessione pomeridiana sarà invece presieduta da Ciro Riviezzo, presidente del Tribunale di Lanciano, e vedrà la partecipazione di Dragan Simeunovic del Centre for Security Studies and Terrorism Research della Belgrade University; Marija Djoric della facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Belgrado; Angelo De Nicola, giornalista e scrittore; Paola Anfossi Guerra, della scuola internazionale Etica & Sicurezza; Antonello Ciccozzi dell’università dell’Aquila e Francesco Sidoti, presidente del corso di laurea Scienze dell’investigazione.

«L’11 giugno 2012 – ha spiegato Sidoti – è l’anniversario della tragedia di Onna negli anni bui del nazismo. In quella data si celebrerà ad Onna una sobria cerimonia: sul finire del giorno, il sindaco deporrà una corona ed un trombettiere farà risuonare le note del silenzio. In quella stessa data vogliamo ricordare un altro simbolo che quel luogo è diventato: Casa Onna è stata meravigliosamente e velocemente ristrutturata da molti e molti mesi, con capitali interamente tedeschi. Casa Onna è un prodigioso simbolo di quella cooperazione internazionale che è in grado di avere la meglio sul nazionalismo guerrafondaio e sulle disgrazie naturali. Casa Onna è oggi un luminoso monumento alla maniera migliore di essere tedeschi e di essere italiani.

Il nostro contributo in questa giornata è rappresentato da un incontro di studio, misurato e denso di interrogativi, maturato al ripetersi in Emilia di un’immane tragedia del terremoto. A L’Aquila c’è un’esperienza enorme, luci e ombre, che vogliamo ripercorrere con modestia, ma con la consapevolezza che esistono insegnamenti e lezioni apprese nella sventura e che non possono essere trascurate.

Nell’Università dell’Aquila c’è, in tema di sicurezza e di relazioni internazionali, una trama di riflessioni e di ragionamenti, di iniziative e di proposte. Esiste sui profili della giustizia e della sicurezza un modello L’Aquila, che non è certo un modello nel senso dell’invito all’imitazione, ma nel senso di un’esperienza sofferta, secondo l’arguto detto: “[i]l’esperienza è il nome che gli umani danno ai propri errori[/i]”; ma, visto che si tratta di un incontro universitario, si dovrebbe pure ricordare che è stato anche detto: “l’esperienza è il tipo di insegnante più arduo. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione”.

La lezione aquilana della gestione di un disastro può essere vista alla luce delle lezioni che provengono da altri paesi, come nei Balcani, che hanno attraversato altri disastri, di origine politica e istituzionale. Pure la Serbia è un simbolo, molto diverso dall’Aquila, ma parallelo ed istruttivo: in Serbia un operaio Fiat guadagna circa 400 euro al mese, mentre le tensioni interregionali sembrano riprendere nuova lena. C’è oggi in Europa un aggrovigliato problema di sicurezza, italiana ed internazionale, che può essere rivisto e ripensato ad Onna con modestia, ma alla luce delle esperienze più severe del passato e del presente».

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