Gallerie commerciali in apnea

12 giugno 2012 | 07:00
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Gallerie commerciali  in apnea

Gallerie commerciali spuntate come funghi nel post sisma. 7

Commercianti presi da una strana euforia, dopo il terremoto, si sono affrettati a prenotare un “posto al sole” nelle grandi “scatole magiche” del commercio. Poi è arrivato il momento di stringere la cinghia: sono stati costretti a fare i conti con la ricostruzione-lumaca, con la mancanza di liquidità e con la crisi generalizzata del Paese. Alcuni hanno già gettato la spugna. La tendenza si è dunque invertita: il rischio è che i nuovi centri appena ultimati ma non ancora inaugurati possano restare scatole vuote.

A macchia di leopardo, nelle varie gallerie commerciali della città, si comincia a chiudere. Saracinesche abbassate per i motivi più svariati, nella Galleria 99 dove si conta già la chiusura di tre negozi, ai Quattro cantoni, dove a chiudere finora sono stati in tre, un paio di vetrine spente e dismesse sono state rilevate sia al Globo e sia all’Aquilone. Poi un enorme cartello ci comunica che un’altra attività sta chiudendo in una della gallerie di via Vicentini. Girando per strada anche lungo viale della Croce Rossa i cartelli vendesi o affittasi balzano all’occhio.

L’”epidemia”, insomma sembra non risparmiare nessuno. I commercianti non ce la fanno ad arrivare a fine mese, hanno sperato, ma ora che i consumi delle famiglie sono andati giù per colpa della crisi, nel vortice sono finiti anche loro. Le cose continuano ad andare meglio invece per bar e ristoranti grazie alla presenza in città di numerosi addetti alla ricostruzione. A dare il colpo di grazia sono i canoni di locazioni e le spese per servizi. Da una nostra mini inchiesta svolta a campione in città i canoni di locazione per alcuni degli spazi commerciali noti si in città variano in base alla dimensione della galleria e in relazione ai servizi offerti all’interno della stessa, comprese spese condominiali.

Il fitto per uno spazio nella Galleria Longara che si trova nel comune di Scoppito, ed è di modeste dimensioni, va dai 10 euro ai 22 euro al metro quadrato. (tutti i costi sono sempre comprensivi di spese aggiuntive per condominio e servizi; ai Quattro cantoni il range di affitto è di circa 29 euro al metro quadrato in media. Al Globo si va dai 20 ai 30 euro, mentre per L’Aquilone si va dai 30 ai 40 euro sempre al metro quadrato. Da queste cifre indicativa si comprende quanto possa incidere l’affitto per un commerciante medio. Facendo una media di 30 euro e ipotizzando un negozio di 30-40 metri quadrati il canone è di circa mille euro al mese.

Se a questi si aggiungono i salari di una commessa, o di un paio, ecco che tenere aperti diventa quasi una sfida. Alcuni commercianti, fra coloro che hanno chiuso i battenti, lo hanno fatto per trasferire altrove la propria attività magari ad un canone più conveniente o in una via più favorita per lo shopping. Una della strade che in questo momento fa più tendenza sembra essere via Strinella. L’amministrazione comunale è al corrente di questa delicata situazione che investe una grande fetta di cittadini, ma l’assessorato al Commercio è impotente o quasi dinanzi alla dura legge della domanda e dell’offerta.

«Non possiamo incidere sui prezzi degli affitti – spiega l’assessore comunale al Commercio, Marco Fanfani – per il canone viene demandato alla trattativa privata. L’unica cosa che noi come amministrazione possiamo fare è semplificare le procedure burocratiche per favorire l’apertura di negozi nel più breve tempo possibile, anche nelle aree industriali». A questo proposito marco Fanfani ha annunciato una novità: la Scia, acronimo che sta per segnalazione certificata di inizio attività tramite posta elettronica. Un modo per risparmiare tempo. Un tentativo per calmierare i prezzi secondo l’assessore c’è: ed è quello di aumentare l’offerta di contenitori sul mercato.

Una operazione che secondo quanto riferito da Fanfani, l’amministrazione intende fare mettendo a disposizione a prezzi accessibili l’ex centro commerciale ex Sercom ubicato a Pagliare di Sassa. Un contenitore nato anni fa come centro commerciale, ma mai ultimato a causa del fallimento delle società costruttrici. Qualche mese fa l’amministrazione comunale è tornata in possesso del della proprietà dell’immobile che si trova a ridosso del progetto case di Pagliare di Sassa. La proposta dell’assessore Fanfani è che venga dunque restituito alla sua funzione originaria ossia quella commerciale con spazi affidati direttamente ai commercianti dall’amministrazione comunale. Forse dovrà essere fatto un bando con una gtraduatoria.

A.Cal.

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