
“[i]Il Silenzio del Pastore Scozzese[/i]”: questo il titolo della particolare raccolta di poesie di Alfredo Fiorani, un poeta che ha scelto di dar voce e non clamore o rumore alla realtà quotidiana, la realtà delle piccole cose e delle idee.
Molti poeti novecenteschi ci hanno insegnato che la poesia deve trasmettere, deve suggerire, illuminare e denunciare. Fiorani torna a far cantare di nuovo la penna, creando poesie, versi sinceri e accattivanti che danno l’anima all’animosità dell’oggi.
«Non è la prima volta che affido le mie riflessioni al verso; Rimestando e Derive sono le mie raccolte precedenti. Il ricorso all’espressione poetica è quanto di più intimo e personale mi rappresenta. È una sosta. È uno sguardo» così Fiorani descrive il suo connubio con la madre di tutte le arti, la Poesia.
Per fortuna, al giorno d’oggi, coma ha ben scritto Valerio Magrelli, «la poesia si sta riprendendo delle rivincite sul linguaggio della tecnica, dei numeri della finanza. Ciò dimostrerebbe che la poesia non è così elitaria, ma molto più popolare di quanto si pensi». Alfredo Fiorani ha compreso che oggigiorno la comunicazione è tutto, e non disdegna un mezzo come il poetare fine per farlo, sentito forse sbadatamente, come una specie di canto troppo antico e complesso per essere ascoltato. Fiorani sceglie il verso, sceglie la musicalità e denuncia la vacuità nell’artificio poetico e “l’abusivismo” della parola verbale.
Il poeta abruzzese si scaglia contro chiunque faccia del linguaggio un mero strumento per vuotezza e inconsistenza, come fa la politica d’adesso, tanto da delineare questa tendenza con un’espressione scaltra e mirata: il flatus vocis, appunto.
“Il Silenzio del Pastore Scozzese” è una sorta di tappeto rosso steso sul mondo moderno: pochi vi camminano sopra, ma molti sentono il bisogno di calpestarlo.
«Ho raccolto lungo la strada le nostre memorie dolenti» così inizia il lungo tragitto fatto di versi e metafore, di ellissi e di iperboli di questo nostro conterraneo autore. Il resto, la poesia che c’è lungo la strada maestra dell’arte, è tutta quanta da scoprire.(g.c.)