
Seppur ammettendo la crisi del commercio generalizzata, c’è anche chi, tuttavia, vuol vedere il bicchiere mezzo pieno. Si tratta di Pancrazio Colantoni, promotore dell’Aquila centro storico srl, amministratore della galleria i “Quattro Cantoni”.
«Quanto sta accadendo in città era prevedibile – ha spiegato – nell’immediato post sisma la domanda di ricollocazione è stata altissima è i canoni sono lievitati. In città poi sono spuntati i “businessman” improvvisati che di fatto hanno destabilizzato il mercato».
Insomma il messaggio di Colantoni è che a chiudere negli ultimi tempi siano stati soprattutto coloro che non erano commercianti nel dna e che magari non erano ben consapevoli del rischio di impresa e di quanto sia difficile l’arte del commercio. Aprire un [i]franchising[/i] non è come bere un bicchiere d’acqua. Non si può pretendere di guadagnare bene e subito. C’è poi da fare i conti con un calo degli abitanti, secondo Colantoni che parla di 62.380 presenze in città nel post sisma. Dunque non è tempo di mollare, ma di resistere contro il terrorismo mediatico a livello nazionale, contro le tasse e tutto il resto.
Non si lamenta Colantoni di come stia andando la galleria i Quattro Cantoni che ha fatto registrare un aumento di fatturato. Non è il caso di montarsi la testa, ma comunque rispetto alla crisi generale la scommessa degli imprenditori locali sta risultando fino ad oggi vincente.
«Noi siamo piccoli imprenditori e andiamo avanti con le nostre forze – ha detto Colantoni – Nonostante tutto siamo ottimisti. Avrei preferito fare un consorzio fra commercianti, ma non è stato possibile». Colantoni è realista, non crede molto nella capacità degli imprenditori del commercio a fare corpo unico, il difetto che accomunerebbe parecchi sembra essere quello di pensare al proprio orticello. A.Cal.
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