Crisi commercio, chiude chi improvvisa

14 giugno 2012 | 09:00
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Crisi commercio, chiude chi improvvisa

Seppur ammettendo la crisi del commercio generalizzata, c’è anche chi, tuttavia, vuol vedere il bicchiere mezzo pieno. Si tratta di Pancrazio Colantoni, promotore dell’Aquila centro storico srl, amministratore della galleria i “Quattro Cantoni”.

«Quanto sta accadendo in città era prevedibile – ha spiegato – nell’immediato post sisma la domanda di ricollocazione è stata altissima è i canoni sono lievitati. In città poi sono spuntati i “businessman” improvvisati che di fatto hanno destabilizzato il mercato».

Insomma il messaggio di Colantoni è che a chiudere negli ultimi tempi siano stati soprattutto coloro che non erano commercianti nel dna e che magari non erano ben consapevoli del rischio di impresa e di quanto sia difficile l’arte del commercio. Aprire un [i]franchising[/i] non è come bere un bicchiere d’acqua. Non si può pretendere di guadagnare bene e subito. C’è poi da fare i conti con un calo degli abitanti, secondo Colantoni che parla di 62.380 presenze in città nel post sisma. Dunque non è tempo di mollare, ma di resistere contro il terrorismo mediatico a livello nazionale, contro le tasse e tutto il resto.

Non si lamenta Colantoni di come stia andando la galleria i Quattro Cantoni che ha fatto registrare un aumento di fatturato. Non è il caso di montarsi la testa, ma comunque rispetto alla crisi generale la scommessa degli imprenditori locali sta risultando fino ad oggi vincente.

«Noi siamo piccoli imprenditori e andiamo avanti con le nostre forze – ha detto Colantoni – Nonostante tutto siamo ottimisti. Avrei preferito fare un consorzio fra commercianti, ma non è stato possibile». Colantoni è realista, non crede molto nella capacità degli imprenditori del commercio a fare corpo unico, il difetto che accomunerebbe parecchi sembra essere quello di pensare al proprio orticello. A.Cal.

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