
Ruota su due perni la nuova governance con il ritorno alle competenze ordinarie dei comuni nella ricostruzione: la realizzazione di una commissione permanente e la nomina di un city manager per aiutare i sindaci nelle scelte. Sul primo punto sembra esserci già il veto, come già anticipato, del sindaco Massimo Cialente.
Il ministro Barca invece vede nella commissione una accelerazione dei processi di ricostruzione. Di questa dovrebbero far parte: Regione Abruzzo, comuni, province-uffici genio civile, mef, mibac, provveditorato interregionale opere pubbliche.
«La commissione agirebbe come conferenza di servizi permanente e all’interno dell’iter di concessione dei contributi per la ricostruzione. sarebbero così unificati i due passaggi amministrativi in un unico centro decisionale – sostiene Barca – il cittadino avrebbe un unico interlocutore sia per il contributo economico sia per quello urbanistico». A Cialente tuttavia questa novità non piace. La seconda innovazione, si diceva, è la istituzione di manager per la ricostruzione una ipotesi contenuta nella relazione presentata dagli esperti: Federico Oliva, Giuseppe Campos Venuti e Carlo Gasparrini. «L’introduzione nel Comune de L’Aquila di una figura di city manager che sia in grado di guidare autorevolmente, in collaborazione con il Sindaco, l’intero processo di ricostruzione – si legge nella relazione – . Una figura da selezionare attraverso un bando internazionale e che sarà sdoppiata, per le necessità de L’Aquila e per quelle degli altri Comuni colpiti dal sisma».
Sempre nello studio dei tre esperti si rileva una bocciatura del metodo della filiera per «l’elevato costo delle prestazioni dei tre soggetti incaricati (18 milioni di €/anno); la frammentazione delle modalità di presentazione dei progetti che può produrre evidenti rischi sull’efficacia e la pertinenza tecnica delle decisioni».
Gli studiosi promuovono, invece, il piano di ricostruzione del Comune e le priorità. Condivisa la scelta dell’asse centrale «E’ nostra opinione che l’intervento prioritario e immediato debba essere quello del recupero degli spazi pubblici – scrivono – a partire quindi dalla “croce” di 18 strade costituita dagli attuali Corso Vittorio Emanuele II e Corso Umberto I che costituisce il sistema portante della città antica». Sul piano di ricostruzione gli esperti suggeriscono: «Il modello di piano transitorio che si suggerisce per la ricostruzione riprende, semplificandolo, quello già proposto dal Comune de L’Aquila, proponendone un’applicazione di carattere generale, che possa cioè essere valida per tutti i Comuni colpiti dal sisma e che riguardi tutti i tessuti urbani».
Il nodo da sciogliere è tuttavia quello delle
risorse finanziarie. Per il ministro barca «l’ammontare disponibile è ora sufficiente per l’ultimazione della ricostruzione privata nelle periferie e per l’avvio della ricostruzione nei centri storici». Gli esperti invece rilevano «la necessità di individuare una soluzione procedurale che preveda una maggiorazione base per tutti gli edifici in muratura rientranti negli aggregati del nucleo di antico». [i]A.Cal. [/i]
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