Maturità 2012: il caffè degli studenti è davvero studiare?

A soli due giorni dal count down finale, dal debutto sul banco di milioni di menti vispe e accaldate, l’atmosfera è elettrica: un unico consiglio sembra pendere dalle labbra di professori ed ex esaminandi, e cioè studiare, studiare e ancora studiare. Se non vorrete fare gli attori di voi stessi, il 20 giugno e fingere sapienza laddove c’è sole, mare e spiaggia, beh, ecco il tascabile della maturità, e come sottotitolo, la prova di italiano.
C’è chi ha chiuso a chiave i propri libri circa dieci giorni fa, appellandosi al “quel che è fatto è fatto”, e chi, invece, ha scoperto il proprio migliore amico nel manuale di letteratura italiana; eppure i maturandi del 2012 sono tutti d’accordo nel dire che l’esame di stato fa paura, ancora una volta. Qual è quindi il segreto di una sana e pacifica convivenza con quelle ore spregevoli che distanziano lo studente per caso dal diploma portato a casa? Ancora una volta, internet la fa da padrone. Ed è proprio Skuola.net che ci viene a raccontare, secondo il suo sondaggio, che solo il 4% degli studenti italiani maturandi teme la prima prova, quella di italiano. Ovviamente sarà il secondo giorno ad innalzare almeno del 50% il misero valore appena riportato: dopo che si è rotto il ghiaccio, infatti, bisogna lavorare ancora di più affinché si sciolga completamente.
Cosa c’è di nuovo e cosa di diverso rispetto alle altre vecchie e ammuffite maturità? Le categorie delle tracce date in sede d’esame sono sempre le stesse: analisi e commento d’un testo letterario (sperando che sia dell’autore preferito, se mai se ne ha uno), il tema di storia, il tema d’attualità e il saggio breve o articolo di giornale (croce e delizia degli studenti). Di nuovo c’è il “plico telematico”: ossia le tracce non saranno più consegnate manualmente in busta chiusa alla sede d’esame, ma sarà criptata e inviata telematicamente a ciascun istituto.
I quattro sommi autori di letteratura che sono stati nominati dal grande fratello in rete sono: Gabriele D’Annunzio che non vede una riga di compito scritta su di sé nel giorno della maturità da addirittura dieci anni, Primo Levi il memorialista, Giovanni Pascoli con il suo fanciullino sempre vivo e Italo Calvino (anche per lui dieci anni tondi d’assenza dalle aule).
Il tema storico potrebbe vedere la luce nei 50 anni trascorsi dalla svolta religiosa inaugurata col Concilio Vaticano II, nei 25 anni dalla tragica morte di Andy Warhol; per non citare la toccante colata a picco del transatlantico più vip della storia dell’uomo, il Titanic, di cui quest’anno ricorre il centenario (da riallacciare forse con la nostra attualità, data la recente catastrofe della nave Concordia e il “naufragio” volontario del suo capitano).
Un anno è trascorso anche dall’avvenuto terremoto in Giappone, così come 365 giorni circa sono passati anche dalla beatificazione di Giovanni Paolo II e dalla morte del principe della Apple, Steve Jobs, simbolo di progresso, di lume e rivoluzione. Da tenere a mente anche il crollo di Gheddafi, la strage di Oslo (macchia nera e truculenta nella storia della società) e il cinquantesimo anno scoccato dalla morte di Marylin Monroe, la diva bionda con fine misteriosa inclusa. Si ricordano anche i venti anni di distanza dagli omicidi di Falcone e Borsellino, eroi recenti e i dorati sessanta anni di regno indiscusso della Regina Elisabetta.
Per quanto riguarda i consigli pratici, si obbliga il controllo ripetuto del testo scritto, almeno due o tre volte, per evitare i brutti errori di ortografia e strafalcioni di grammatica italiana che potrebbero far scendere di molto il voto. Due o tre penne a portata di mano (dovesse finire l’inchiostro, non si sa mai!) e tanto cioccolato nella borsa: sei ore sono tante e lente. Da non dimenticare il dizionario di italiano, e per chi ne avesse uno, si segnala anche il dizionario dei sinonimi e contrari: a volte indispensabile. Leggere le tracce una per una, non buttarsi a capofitto su un titolo che pare facile e “commestibile”, e scegliere in base alle proprie esperienze e conoscenze. Creare una griglia di argomenti da affrontare nel tema, e, soprattutto, scrivere un’introduzione strabiliante, magari partendo da una citazione d’autore (fanno sempre gola ai prof).
Come sempre si augura la fortuna più sfavillante ad ogni studente che voglia fare il grande salto, e si ricorda che il temuto tema può anche essere visto come uno scomodo sassolino nella scarpa da ginnastica, ma se fatto ad hoc mostra i progressi, ostenta il percorso umano e individuale, espone il pensiero e l’ideologia neonata di ogni mente di scuola superiore. Più che un esame, sembrerebbe una sfida con la penna, giocata in un tempo di sei lunghe ore.
G.C.
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