
La parola d’ordine è “salasso” anche per i commercianti del centro storico costretti a operare in un locale in fitto. Se i loro colleghi che vendono all’interno dei centri commerciali piangono per il caro-affitti, loro, nel cuore deserto e ferito della città non ridono, anzi. I prezzi al metro quadrato per l’asse centrale hanno una oscillazione abbastanza ampia che va a seconda della grandezza del locale da 20 euro al metro quadrato fino a 50 euro.
Costi esorbitanti che sono quasi tutti riferibili secondo la Confcommercio a ricollocazioni post sisma. «Prezzi più bassi sono stati mantenuti – ha spiegato il direttore di Confcommercio Celso Cioni – solo da alcuni proprietari che avevano con i commercianti un contratto di locazione preesistente». A reinsediarsi in centro sono stati infatti per la maggior parte commercianti con il locale di proprietà. C’è da dire per contro che altri operatori sono stati costretti a reperire un locale in periferia proprio a causa del canone fatto lievitare dal proprietario di contenitori del centro storico dopo il sisma.
Con l’applicazione del [i]forfait[/i] il discorso non cambia. Anche nel caso del centro storico la lievitazione di costi è dettata da una elevata domanda soprattutto nell’asse centrale di aperture, a fronte di una insufficiente offerta di locali agibili. Proprio al fine di calmierare i prezzi il direttore di Confcommercio Celso Cioni chiede che anche nel piano di ricostruzione del capoluogo sia prevista la possibilità per i locali, almeno per quelli a pianterreno, di modificare la destinazione d’uso su richiesta del proprietario in commerciale. Un modo per incentivare nuove aperture di negozi e riuscire a creare quel centro commerciale naturale nel cuore della città; impresa naufragata prima del sisma che ora potrebbe trovare terreno fertile. Intanto il presidente della Fiva, Alberto Capretti sottolinea il successo di pubblico del mercato in piazza D’Armi.
A.Cal.