
Il Senato ha dunque dato il via libera all’arresto del senatore Luigi Lusi, in merito alla vicenda dei fondi distratti dalle casse della Margherita. 155 voti a favore, 13 contrari e 1 astenuto. 195 senatori presenti.
«Sto vivendo un incubo, voglio rispetto», è stato il suo primo commento, aggiungendo: «Non ho detto tutto». I suoi avvocati hanno sottolineato che: «Così come il nostro assistito ha sempre affermato, siamo pronti a dare immediata esecuzione alla decisione del Senato».
Il Pdl è uscito dall’aula al momento del voto dopo aver garantito con la sua presenza il numero legale. Nitto Palma, uscendo dalla riunione con cui i senatori Pdl hanno scelto la loro linea, aveva commentato: «L’arresto di Lusi se lo votano da soli», riferendosi ai suoi colleghi del Pd.
Marco Follini (Pd), relatore, all’inizio della discussione dell’assemblea dei senatori aveva chiesto all’aula, di votare per l’arresto.
Poi è stato lo stesso Lusi ad intervenire: «Non intendo sottrarmi al processo, ma difendermi nel processo», ha dichiarato all’inizio del suo intervento. «Mi si vuole mandare in carcere perché, parlando con i media, inquinerei il percorso investigativo. Non c’è altra motivazione», ha poi aggiunto. Intervento molto lungo, il suo, che ha riproposto l’intera vicenda, al punto che il presidente Renato Schifani gli ha dovuto sollecitare la chiusura, autorizzandolo comunque a concludere. Consapevolezza di assunzione di tutte le responsabilità personali, ha dichiarato in conclusione Lusi, oltre che di difendersi come un qualsiasi comune cittadino. «Non fatemi diventare un capro espiatorio» ha anche chiesto all’aula ed ai suoi colleghi di Palazzo Madama.
Zanda (Pd) ha parlato di interviste di Lusi alla stampa «fastidiosamente spavalde», rispetto ai «fatti emersi ed agli atti» circa la destinazione di molti di quei «fondi distratti». Concludendo, Zanda ha dichiarato che «la responsabilità politica di Lusi nei confronti degli italiani è così pesante che stupisce che il senatore non abbia sentito l’esigenza di dimettersi dalla sua carica», e ha annunciato il voto favorevole del Partito democratico, ampiamente annunciato nei giorni scorsi.
Gasparri ha annunciato in aula che il Pdl vuole «rimanere estraneo al regolamento di conti altrui», annunciando la non partecipazione al voto. Il senatore Pera, invece, ha votato, votando contro.
Li Gotti (Idv), annunciando il voto favorevole ha concluso invitando «la politica» ad essere «giudice di sé stessa, e non solo di uno». Anche Mura (Lega Nord) ha dichiarato il voto favorevole all’arresto, oltre che per il voto palese. Emma Bonino (Radicali italiani) si è scagliata, invece, contro la «libertà dell’aula, che non è rappresentata solo dal voto palese o segreto», rivolta al senatore ex Pd, e concludendo il suo intervento, in riferimento alle uscite dall’aula preannunciate dal Pdl ha sottolineato con forza che «siamo senatrici e senatori della Repubblica, non si scappa dalle responsabilità».
Alberto Tedesco, l’ex senatore Pdl, adesso nel gruppo misto, che per l’analoga richiesta effettuata nei suoi confronti fu ‘graziato’ dai senatori, ha dichiarato che «non esiste un fumus persecutionis, ma un arrosto persecutionis grande come una casa. Stasera – ha poi concluso – compiremo una assoluta ingiustizia se voteremo a favore dell’arresto, vista l’assunzione di responsabilità» del senatore Lusi.
(pdv)
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