Via campo di Fossa: crolli senza responsabili

Per la morte di 27 persone nel crollo dello stabile di via campo di Fossa, causato dal terremoto del 2009, non ci sono responsabilità penali. Per questo motivo, scrive “Il Messaggero”, nei giorni scorsi la Procura della Repubblica ha delegato i vigili del fuoco, in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria, diretta dall’ingegnere Eutizio Di Gennaro, a comunicare ai familiari delle vittime, il dissequestro dell’area.

«La battaglia giudiziaria – ha detto l’avvocato Alessandroni – si sposterà in sede civile dove abbiamo intenzione di citare non solo gli eredi degli indagati individuati dalla Procura ma anche gli enti, come il Genio civile e la Prefettura, i cui dipendenti sono accusati di omessa vigilanza durante le fasi di realizzazione dell’edificio».

Infatti tutti i possibili indagati sono morti. Si tratta del progettista architettonico e direttore dei lavori («consentì la realizzazione delle fondazioni con piani di posa difformi dal progetto»); del progettista esecutore dei calcoli strutturali («realizzò progetto strutturale e calcoli in modo superficiale e incompleto, con evidente notevole sottostima delle forze sismiche»); dell’ingegnere incaricato dal prefetto per il controllo delle opere in cemento armato, per la verifica della regolarità dell’esecuzione dei lavori, con l’obbligo di segnalare eventuali irregolarità rispetto al progetto assentito dal Genio civile; dell’ingegnere capo, dell’epoca, del Genio civile; dell’ingegnere funzionario del Genio civile; del costruttore («commissionò e fece realizzare opere difformi dalle autorizzazioni assentite, realizzò fondazioni con piani di posa difformi dal progetto, posizionò nel sottotetto 18 serbatoi di accumulo acqua in eternit con notevole aggravio del carico sulle strutture senza compiere verifiche, fece lavori non a regola d’arte perché alcune travi di fondazione erano più piccole rispetto al progetto»); di due comproprietari.

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