Da L’Aquila in Senato, per le morti in carcere

24 giugno 2012 | 11:51
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Da L’Aquila in Senato, per le morti in carcere

Samanta Di Persio, scrittrice aquilana, il 27 giugno alle 10.30 presenterà, al Senato della Repubblica italiana, il libro “La pena di morte italiana. Violenza e crimini nel buio delle carceri senza colpevoli” (edito da Rizzoli). Beppe Grillo, che ha firmato la prefazione, scrive “Questo libro è un coro dolente di voci che ci racconta di gironi infernali dove la pena di morte è inflitta senza sentenza, senza colpe, senza testimoni e soprattutto senza colpevoli”.

L’autrice è partita dalla morte dell’avezzanese Niki Aprile Gatti, un ragazzo di 26 anni incensurato. Niki il 24 giugno 2008 è stato trovato morto nella sua cella, cinque giorni prima era stato arrestato per presunta frode informatica. La madre ha sempre sostenuto, con prove documentate, che il ragazzo non si è suicidato, ma è stato ammazzato. La giustizia italiana ha archiviato la morte come suicidio. La vicenda di Niki è stata sempre ignorata dall’opinione pubblica, solo Beppe Grillo ha dato spazio al caso e da subito si è posto una domanda: “Ma come può un laccio delle scarpe aver retto un peso di 92 chili?”.

Nel libro sono presenti anche casi emblematici come Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, ragazzi morti in circostanze oscure dopo il fermo delle forze dell’ordine, che, grazie allo sforzo delle famiglie, sono arrivati in tribunale. Non bastano il sovraffollamento e l’inadeguata assistenza psicologia e sanitaria a spiegare queste storie: spesso sono proprio le forze dell’ordine a macchiarsi di omissioni di soccorso, abusi e violenze contro i detenuti che dovrebbero proteggere e rieducare. Crimini che restano quasi sempre impuniti, grazie ad una rete di silenzi e depistaggi in cui la giustizia sembra incapace di fare chiarezza.

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