Eni-Università L’Aquila: no al centro ricerche

25 giugno 2012 | 07:08
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Eni-Università L’Aquila: no al centro ricerche

La vicenda del centro di ricerche Eni che doveva sorgere su terreni di proprietà dell’Università dell’Aquila, nella zona Ovest, a Casale Calore, si dissolve come una bolla di sapone.

Lo scrive oggi “Il Messaggero” chiarendo che il progetto è stato pregiudicato dal fatto che i terreni di proprietà dell’ateneo ma che dovevano essere ripresi da una famiglia che li aveva in affitto e cambiati di destinazione. Due operazioni, queste ultime, che a malapena sono state portate a termine alla scadenza della convenzione triennale tra l’azienda e l’università e a quel l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni ha abbandonato la trattative.

A questo punto l’unico e ultimo appiglio che rimane è la volontà di Scaroni, già anticipata a di Orio in una lettera, di impegnare ancora il suo gruppo a fare qualcosa per L’Aquila, parlando, però, questa volta, esclusivamente con l’amministrazione comunale.

Quanto all’area di Casale Calore, l’ateneo ha rinnovato l’accordo con gli affittuari scambiando particelle e pagando un indennizzo di 10 mila euro, una formula bocciata dal collegio dei revisori dei conti ma su cui il rettore ha tirato dritto. L’area sta per diventare in larghissima parte edificabile (oltre 60 mila metri quadrati), molto più di quanto sarebbe necessario per il centro, 10 mila metri. «Non ci saranno speculazioni edilizie», ha assicurato Cialente.

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