
Sempre entro il 31 dicembre sarà invece insediato l’ufficio del nuovo piano regolatore che sarà ultimato entro il 2015. Parola di Pietro Di Stefano che si trova adesso a gestire, insieme alla ricostruzione, le deleghe ereditate dal suo collega Roberto Riga. Sempre a proposito di date, il ministro per la coesione Territoriale, Fabrizio Barca ai microfoni della trasmissione Brontolo ribadisce che entro «Entro il 31 luglio i cittadini dell’Aquila devono sapere esattamente quali saranno i tempi e i modi della ricostruzione, e anche i cambiamenti di regole. Ci vuole una visione anche per la straordinaria natura dell’Aquila: stiamo lavorando – ha annunciato – alla visione dell’Aquila 2030, perché non esiste che l’Italia possa rinunciare a un patrimonio nazionale come il centro storico del capoluogo abruzzese».
Barca ha inoltre spiegato che il governo sta scrivendo la legge sulla governance che sarà depositata nel giro di un paio di settimane. «L’impegno che ho preso con L’Aquila e con gli altri comuni è che entro l’estate questa norma sia legge dello Stato. La tempistica per l’uscita del commissario – ha concluso – può richiedere altri 60 giorni, perché non vogliamo un’uscita disordinata». Barca dunque ha ribadito l’uscita morbida di Chiodi che se non sarà a dicembre, ma a settembre probabilmente sì.
Altra data importante nell’agenda del super assessore è la metà di luglio, scadenza prevista per l’intesa al piano di ricostruzione dell’Aquila, Chiodi permettendo. Invece, a proposito di pericolo di fuga e calo demografico, l’assessore Di Stefano mostra una certa preoccupazione per la richiesta crescente di abitazione equivalente fuori dal mercato aquilano. L’esodo che sembrava essersi arrestato, insomma continua. Anche se il fenomeno è contenuta, è crescente, secondo i dati in possesso dell’assessore, la richiesta di aquilani che intendono ricostruire la propria casa fuori dal comune dell’Aquila con immobili acquistati fuori città. Al di là di questo, alcune immobiliari cittadine registrano comunque la domanda da parte di cittadini aquilani di acquisto di appartamenti lungo la costa.
«In una prima ordinanza – ha spiegato l’assessore – la possibilità di avere l’abitazione equivalente era stata riservata solo a proprietari di abitazioni inagibili che avevano avuto una ordinanza di demolizione. Con una successiva norma, invece, la possibilità è stata estesa anche ai cittadini che mostravano il superamento del limite di convenienza». Ossia il semplice caso di demolizione e ricostruzione che in un primo tempo doveva avvenire in loco, in un secondo momento si è dato la possibilità di farlo ovunque anche al di fuori del comune. In questo modo si va dunque paradossalmente a finanziare l’esodo dei cittadini aquilani che purtroppo non si è arrestato. «Sarebbe bastato limitare la possibilità di ricostruire l’abitazione equivalente al solo territorio aquilano – aggiunge Di Stefano – Non sarebbe comunque troppo tardi per porre rimedio a questa situazione». Un argine al fenomeno insomma potrebbe essere posto in occasione della legge sulla nuova governance e sui finanziamenti per la ricostruzione.
A.Cal
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