
L’opposizione che demolisce la legge Barca sulla quale Luigi D’Eramo (La destra) annuncia una operazione verità con un tour per le circoscrizioni teso a spiegare punto per punto il provvedimento che provocherà il «fermo biologico della ricostruzione», per usare le parole di Giorgio De Matteis (L’Aquila Città Aperta).
Dinanzi al “niet” di Barca risulta inutile il pacchetto di emendamenti prodotto dal Consiglio comunale riunito in seduta straordinaria aperta ai parlamentari che, invece, hanno disertato in massa. Il consigliere Emanuele Imprudente si è detto sorpreso del silenzio del primo cittadino che per anni «ha messo in guardia dal ritorno all’indennizzo con i grandi appalti che avrebbero favorito le cricche. E ora? Invece, tace. È evidente – ipotizza – che c’è un accordo fra lui e il ministro Barca».
De Matteis ha ribadito quanto il Consiglio comunale sia arrivato clamorosamente in ritardo. «Il sindaco tace mentre il Governo commissaria la ricostruzione – sottolinea -. Evidentemente le cricche non lo preoccupano più. Deve forse pagare una cambiale elettorale?». Per il consigliere Udc, Piero Di Piero la legge «sconfessa il piano di ricostruzione. Si danno “caramelle” ai cittadini come il cambio di destinazione d’uso e la premialità. In cambio del bando di evidenza pubblica. Non sappiamo se il ministro Fabrizio Barca è a conoscenza del fatto che i consorzi nel centro storico sono stati già costituiti e sono stati dati già affidati gli incarichi. Ora che succede? Buttiamo tutto al fiume? Con questo metodo quando apriremo un cantiere in centro? E i contenziosi dove li mettiamo? La situazione è catastrofica. Perfino i privati hanno già presentato proposte di piani integrati». Per Luigi D’Eramo, Cialente ha portato avanti una strumentalizzazione passando sulla testa dei cittadini dell’Aquila. Il consiglio di ieri è stato solo un esercizio dialettico.
A.Cal.