Pd: scontro su gay e primarie

14 luglio 2012 | 18:40
Share0
Pd: scontro su gay e primarie

Alcuni ordini del giorno hanno infiammato l’assemblea del Pd. In particolare sui matrimoni gay e sulle primarie. Sul primo punto veniva chiesto un voto sull’odg con il quale Paola Concia, Invan Scalfarotto, Sandro Gogi ed altri delegati chiedevano che si votasse l’ordine del giorno con l’impegno a portare nel prossimo programma elettorale la proposta di estendere il matrimonio civile alle coppie omosessuali. Odg che non e’ stato poi messo al voto scatenando al protesta di alcuni iscritti.

Sul fronte primarie sono stati presentati degli odg con i quali si chiedeva di fissare una data per le primarie, stabilire le regole con cui aprire la consultazione. Ma anche questo non e’ stato messo ai voti. Al termine dell’assemblea del partito democratico e’ stato il segretario del Pdl Bersani a prendere la parola per mettere la parola fine. “Primarie aperte, senza barriere cui non partecipa solo il segretario come candidato”, ha ribadito Bersani per poi spiegare che la data non puo’ convocare il Pd perche’ vanno fatte con gli altri. A settembre, dopo il confronto nel merito, si affronteranno gli aspetti regolamentari e di statuto. “Siamo il primo partito del Paese e dobbiamo dire cosa fare con precisione”. Il Paese non e’ fatto delle beghe nostre”, ha detto ancora Bersani che sul fronte dei matrimoni gay ha ammonito: attenzione, “il sistema dei diritti e’ un meccanismo in evoluzione”. Sui diritti civili Sandro Gozi tiene il punto: “Bersani ha parlato di Europa, oggi la battaglia europea e’ innanzitutto quella dei diritti civili e il Pd non puo’ scendere a compromessi al ribasso modello Dico.

I diritti non sono un lusso ma sono fondamentali per la proposta riformista e non sono negoziabili. Vogliamo seguire Hollande o la destra piu’ conservatrice?”. Durante l’assemblea Paola Concia ha insistito sulla necessita’ di votare l’ordine del giorno firmato anche da lei e Ivan Scalfarotto, sempre sui diritti civili, non ha mancato di sottolineare di aver votato contro la proposta messa a punto dalla commissione per i diritti del Pd perche’ questo partito “non ha nulla da invidiare ai migliori partiti europei”. E ancora: “non credo che il Paese non sia pronto”. Nell’anno in cui Hollande ha vinto in Francia e in cui Obama parla di uguaglianza “noi siamo orgogliosi di chiedere l’uguaglianza per tutti i nostri cittadini”.

[url”torna alla Home Politica”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=154&categoryId=204[/url]