Di Stefano (Pdl): l’Abruzzo a due province, no a campanilismi

La proposta di costituire due sole province in Abruzzo (L’Aquila e quella Appenninico – Adriatica con Chieti, Pescara e Teramo) avanzata ieri da alcuni esponenti politici abruzzesi (tra cui il senatore del Pdl Andrea Pastore, Nazario Pagano, presidente del Consiglio regionale, Carlo Masci, assessore regionale alle Finanze, Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, Luigi Albore Mascia, sindaco di Pescara) suscita le prime reazioni proprio in seno al Pdl. Il Senatore Fabrizio Di Stefano reputa «interessante, e degna di considerazione tale ipotesi, però ritengo anche che, forse, sarebbe stato opportuno farne oggetto di un comune momento di riflessione per un’attenta valutazione». E pone sul tavolo alcune riflessioni espresse in una nota «Presentandola già come una proposta solo di alcuni esponenti, tutti per altro della stessa area geografica della nostra Regione, quella dove poi andrebbe ubicato il capoluogo di provincia, ne potrebbe inficiare già in partenza la validità dell’idea.
Infatti qualcuno potrebbe vedere tale proposta come dettata da sentimenti di campanile. Questo dei campanili è un argomento particolarmente sentito e delicato nella nostra Regione, per cui credo vada affrontato con massima circospezione- continua il Parlamentare.
Ricordo a me stesso che proprio uno degli attuali proponenti , il Presidente della Provincia di Pescara, si era caratterizzato la scorsa estate, unitamente al collega di Chieti, in una ardita provocazione circa l’opportunità di unificare le due Province.
Provocazione che poi non ebbe alcun seguito concreto, restando solo una discussione balneare, ma che bastò per muovere varie sensibilità. Oggi che questa ipotesi apparrebbe più vicina, vedo con preoccupazione riaffiorare gli spiriti di campanile, sentimento che qualcuno, non io, potrebbe leggere anche in questa proposta.
Ed allora- conclude- credo sia più opportuno attendere che il quadro normativo assuma definizione più chiare, e solo poi aprire, tutti insieme, una opportuna riflessione.
Una riflessione che si liberi dai lacciuoli campanilistici, a volte deleteri proprio perché mossi dai egoismi, ma tenga invece ben presente, ed anzi valorizzi le rispettive identità territoriali del nostro Abruzzo, che sono, queste sì, se valorizzate opportunamente, una risorsa per la nostra Regione».
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