
Molte le voci intervenute nell’ambito del convegno ‘Stadi senza barriere e Supporters Trust: un progetto del calcio nella ricostruzione dell’Aquila’ fortemente voluto nel dalla Lega Pro.
Tre gli argomenti principali del dibattito: “Stadi senza barriere”, “Supporters trust” e lo stadio di Acquasanta. Si tratta di progetti importanti, simbolo di una società, L’Aquila Calcio, che non si esprime con la violenza, ma con il rispetto; una società pronta ad impegnarsi in qualcosa di concreto, da rispettare non in un futuro più o meno prossimo, ma da subito.
Il primo progetto “Stadi senza barriere”, promosso dalla Lega Pro e accolto senza indugi da L’Aquila Calcio, è strettamente collegato al progetto “Supporters trust”: si sta cercando, infatti, di invertire la tendenza, facendo un’operazione di fiducia. Dopo un breve intervento di Francesco Ghirelli, direttore della Lega Pro, il discorso è stato ampliato da Diego Riva, che ha esordito sottolineando che «Il calcio si deve tornare ad assaporarlo». Riva ha messo in luce i punti principali e lo scopo del progetto: migliorare le comunicazioni tra club e tifosi. È un’operazione che ha caratteristiche che piacciono: apertura e trasparenza. Si tratta di una grande possibilità per conciliare gli interessi della tifoseria con quelli della compagine sociale.
Il tema più sentito dagli aquilani in questo periodo è sicuramente il nuovo stadio, quello che, originariamente, avrebbe dovuto ospitare le partite de L’Aquila Rugby, ma che adesso è stato ceduto al gioco del calcio. Massimo Cialente ha descritto brevemente la situazione del post sisma e sottolineato che non bisogna solo ricostruire la città, ma anche la comunità: attraverso la costruzione di un nuovo stadio, questo può essere realizzato. La parola è poi passata all’architetto Vanni Manieri, tecnico nel settore della ricostruzione a L’Aquila. Sono 3.200.000 euro i fondi necessari per la realizzazione del nuovo stadio, di cui 2.300.000 euro sovvenzionati con fondi regionali, 400.000 euro di contributi stanziati dalla Protezione Civile per il ripristino delle zone occupate per le tendopoli, e i restanti presi da fondi comunali. Ad illustrare la struttura del nuovo impianto ci ha pensato Tonelli, che ha mostrato alcuni disegni di come lo stadio doveva originariamente essere e di come, invece, esso sia in parte cambiato a seguito delle novità apportate dal progetto “Stadi senza barriere”. Due nuove tribune saranno realizzate, Nord e Sud, con l’eliminazione del fossato precedentemente voluto e con l’istituzione di barriere elevabili lungo tutto il perimetro interno della struttura: si tratta di barriere normalmente dell’altezza di 1,20 metri, ma elevabili attraverso un meccanismo automatico fino a 2,20 metri.
Tra gli argomenti trattati anche quello delle nuove prospettive di sicurezza negli stadi, affrontato da Roberto Massucci, vicepresidente operativo e portavoce dell’osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, e portato avanti da Spitaleri. «Da oggi L’Aquila è un componente dell’osservatorio» ha detto Massucci e la grande scommessa non riguarda solo l’abbattimento di una barriera fisica. Si parte da numeri che sembrano, come dice con una nota di dolore il vicepresidente, un vero e proprio “bollettino di guerra”: morti, feriti, arrestati nel corso delle partite, fino al match considerato la svolta nel mondo del calcio: Catania-Palermo, disputata il 2 febbraio 2007. «Si è innescato questo meccanismo di conflittualità tra forze dell’ordine e tifosi, ma era lo stadio stesso a comunicare ciò: l’ambiente comunicava la giustizia dell’atto, o meglio non diceva che questo era sbagliato. Ma in realtà, l’ambiente ancora adesso comunica insicurezza». Per questo motivo, si è andata diffondendo sempre di più l’idea di sostituire i poliziotti all’interno dello stadio con degli steward, considerati uno dei pilastri di sicurezza negli stadi, anche se non in tutte le situazioni si capisce cosa essi rappresentino veramente. Tutti, comunque, hanno sposato questo progetto di innovazione, anche negli stadi con una capienza inferiore rispetto a quella prevista per il loro insediamento.
Emanuel Macedo De Medeiros ha esposto i vari punti della EPFL, European Professional Football Leagues, che si impegna a creare le condizioni di sicurezza negli stadi e le eventuali misure atte a permette la permanenza delle persone all’interno di essi. Per De Medeiros è fondamentale la credibilità nel calcio, e quando i tifosi cominciano ad avere dubbi, iniziano i veri guai: «Se guardiamo i tifosi, è come vedere qualcosa di tribale in loro: volti dipinti, canzone cantate con l’aiuto di tamburi e trombe. Il calcio è come una battaglia stilizzata, ma il problema è quando questa battaglia diventa vera».
A chiudere i lavori Mario Macalli, presidente della Lega Pro: “I tifosi, entrando nella società, si renderanno conto di molte cose – ha detto – sono loro che devono vincere questa sfida; se la perdono, non ci sarà più speranza. Questa è una riforma dal punto di vista mentale, comportamentale ed etico; lo stadio non è un posto franco, dove ognuno può fare quello che vuole». Al termine del convegno, un breve dibattito con membri di altre società che hanno sposato il progetto “Supporters Trust”, Ancona e Roma. Il due agosto a Cremona ci sarà un altro importante incontro per ampliare questo discorso ad altri due stadi, Perugia e Catanzaro. (c.g.)
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