
Agevolare concretamente le aziende agricole, agroalimentari e le imprese attive nel settore della pesca che si trovano in condizioni di “sofferenza” finanziaria e quindi hanno difficoltà a svilupparsi e ammodernarsi. Questo l’obiettivo dell’emendamento approvato e presentato dall’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo alla proposta di legge “[i]Sospensione dei debiti per le aziende agricole e imprenditori agricoli in difficoltà nei confronti dell’amministrazione finanziaria, dell’INPS, dell’ISMEA e degli Istituti di credito[/i]” durante la conferenza Stato-Regioni svoltasi a Roma presieduta da Vasco Errani (Presidente della Giunta dell’Emilia Romagna) a cui ha partecipato il Presidente Gianni Chiodi.
«La proposta di legge – spiega l’assessore Mauro Febbo – presentata alla Camera dei Deputati il 21 febbraio 2012, si basa sulla constatazione che l’agricoltura italiana sta vivendo uno dei periodi più difficili degli ultimi trent’anni, con costi produttivi, contributivi e burocratici che hanno raggiunto livelli insostenibili, mentre i prezzi praticati sui campi non sono remunerativi con conseguente dimezzamento dei redditi. Peraltro, sull’intero settore agricolo si stanno abbattendo tassazioni ed imposizioni fiscali che, causa il livello di indebitamento insostenibile, rischiano di far chiudere un numero incalcolato di aziende agricole. Pertanto la moratoria dei debiti per le aziende agricole e gli imprenditori agricoli in difficoltà prevista dalla proposta di legge in questione diventa condizione necessaria e vitale per la loro sopravvivenza. Non solo, ma a causa dell’attuale crisi e della situazione debitoria nei confronti delle amministrazioni statali, regionali e comunali, oltre che nei confronti di Istituti di credito, di Inps, di Ismea, dell’Agenzia delle Entrate, di Equitalia, e quindi della ridotta o mancanza di liquidità, le imprese agricole non sono in grado di rispettare gli impegni temporali assunti per la realizzazione dei progetti cofinanziati, con il conseguente rallentamento della spesa pubblica e il citato rischio di disimpegno comunitario, con concreta ripercussione nel prossimo periodo di programmazione».
«Mi preme sottolineare – aggiunge Febbo – che le criticità economiche attanagliano e condizionano altrettanto pesantemente anche il settore della pesca e la fase della trasformazione ittica: settori che hanno ben diritto ad usufruire di interventi agevolativi che si prevedono per il settore agricolo. La sospensione di un anno dei debiti riconosciuti e, in caso di utilizzo di tale beneficio e decorso il termine della moratoria, la rateizzazione fino ad un massimo di 72 mesi al tasso legale e senza supporto di garanzia ipotecaria per l’intero importo dovuto e non oggetto di formale contestazione: questi sono le agevolazioni da applicare per arginare l’attuale stato di indebitamento delle aziende ed assicurare, soprattutto, la salvaguardia degli investimenti che le imprese agricole stanno realizzando attraverso il Programma di Sviluppo Rurale».
«Nello specifico – argomenta Mauro Febbo – occorre superare alcuni ostacoli, anche di natura regolamentare, e mettere in opera gli opportuni strumenti procedurali affinché la norma possa diventare parte integrante del Programma di Sviluppo Rurale regionale. Questo per favorire il passaggio da semplice “aiuto di Stato” all’applicazione della regola “de minimis” attingendo alle entrate derivanti dai giochi pubblici con vincita in denaro affidati in concessione allo Stato e destinata al Comitato Olimpico Italiano (CONI), per il finanziamento dello sport, e all’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine (UNIRE), limitatamente al finanziamento del monte premi delle corse.
Un altro obiettivo primario riguarda le cantine sociali: si vogliono porre le basi per favorirne la fusione in modo da eliminare i costi e rilanciare le loro attività che comprende tutto l’indotto agricolo ad esse collegato.
Inoltre – continua l’assessore regionale – atteso che il ritardato pagamento delle somme dovute dalle imprese agricole e dalle imprese attive nel settore della pesca genera interessi debitori sui quali lo Stato deve intervenire con i citati strumenti agevolativi “de minimis”, si reputa che le imprese predette debbano riconoscere nei confronti dello Stato un tasso pari allo 0,5% all’anno con l’applicazione, che si reputa adeguata, del ‘tasso di riferimento BCE’».
«Il lavoro che stiamo portando avanti – conclude Febbo – si pone l’obiettivo di creare le condizioni affinché imprese agricole e ittiche siano sempre più competitive».
Ora spetta a Errani, in qualità di presidente della Conferenza, fissare l’audizione per l’illustrazione il documento di fronte alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati presieduta dall’Onorevole Paolo Russo.
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