
Grande dispiego di forze per il concerto che I Solisti Aquilani terranno il 31 luglio nell’ambito dei Cantieri dell’immaginario. Bacchetta della serata Vincenzo Mariozzi, direttore artistico della Associazione, oltre che direttore stabile, affiancato dalla Corale Novantanove, storica formazione diretta da Ettore Maria Del Romano. Completano il cast Valentina Coladonato, soprano e Silvia Scivolone, mezzosoprano.
Il concerto si apre nel segno di Mozart, con l’Ave Verum . Si tratta di una delle pochissime composizioni di musica sacra che Mozart abbia scritto negli ultimi anni di vita, insieme alla Messa in do minore K. 427/417a e al Requiem K. 626 (partiture, queste rimaste entrambe incompiute).Lo stile sacro dell’ultimo Mozart è ispirato alle riforme imposte dall’imperatore Giuseppe II, per le quali la musica sacra doveva essere sobria e di facile comprensione. Così il mottetto K. 618 si riallaccia alla grande tradizione italiana del mottetto polifonico, ma con una disadorna semplicità espressiva. Troviamo nelle appena 46 battute di questo piccolo e preziosissimo gioiello, una scrittura corale omofonica e attentissima al significato della parola, una ricerca di timbri tersi e delicatamente sommessi; l’assunto di immediatezza e semplicità che ha sempre incantato studiosi e ascoltatori dalla prima pubblicazione dell’Ave Verum nel 1808, fino ai giorni nostri.
A seguire Locus iste di Bruckner. Il dolce melodismo cantabile di queste semplici note non ha avuto eguali nel panorama contemporaneo, quasi contraddicendo la cifra tutta bruckneriana dell’esasperato modalismo che grandi frutti avrebbe dato nel periodo viennese.Ancora una pagina di musica sacra, Ave Verum per solo coro, di C. Saint – Saens, esempio lampante di quanto l’autore subisse l’influsso della musica italiana. E’ poi la volta dell’Alleluja per solo coro di Thompson, una delle pagine più rappresentative della letteratura corale americana. L’autore, maestro di Leonard Bernstein, la scrisse nel luglio del 1940 basandosi esclusivamente sulla parola del titolo, ripetuta moltissime volte. In cartellone anche una suite di canti tradizionali e, infine, lo Stabat Mater di Scarlatti e Laudate Dominum di Vivaldi. Lo Stabat Mater si iscrive tra le opere più innovative del grande maestro palermitano grazie a una scrittura brillante e spesso virtuosistica, che a tratti ricorda lo stile operistico. Atmosfere fortemente evocative per l’ultimo brano in programma che è un continuo emergere della capacità narrativa, del sentimento, del potere evocativo e ammaliante della musica di Vivaldi.
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