
di Tiziana Pasetti
Incredibile ma vero! Tra i milioni di lettori che hanno divorato la storia di Christian e Anastasia non c’è anche lei, la dottoressa più famosa della città: Maria Fioravanti. Però ne ha sentito tanto parlare e al dibattito, dopo un mio rapido (circa quattro ore) excursus, planetario vuole partecipare anche lei.
“Non è un caso che questa tipologia di libro venga lanciata dalle case editrici proprio in estate. Questa dovrebbe essere la stagione degli amori, favoriti dall’alleggerirsi degli impegni lavorativi ma anche dalla naturale esibizione del corpo. Gli scambi comunicativi avvengono utilizzando tutti gli organi di senso: l’olfatto è inebriato dalla esplosione dei ferormoni, la vista dai corpi scoperti e abbronzati, il gusto dai sapori sensuali dei frutti di stagione, l’udito è accarezzato dal canto polifonico della natura e dalla musica serale delle tante feste che si svolgono all’aperto. Il tatto, infine, organo di senso supremo della sensualità, gode nell’accarezzare i tessuti pregiati che la pelle ci ricorda: seta, raso, velluto. Le stoffe naturali come il lino esaltano la morbidezza, la luminosità e il profumo naturale dell’incarnato. La passione è al suo massimo splendore, siamo posseduti da un benessere totale che traspare dalla luminosità degli occhi fino ad arrivare alle lacrime”.
Le parole della Dottoressa sono bellissime. Sorride luminosa e sorniona, mentre le pronuncia. La interrompo con difficoltà, chi la conosce sa che tra un fiume in piena e lei non c’è alcuna differenza.
“Quello che dici è vera poesia, cara Maria”, dico io. “Però questa mattina, mentre facevo la fila al supermercato, tutte queste facce luminose non le ho viste e per quanto riguarda gli odori, aiuto!”
“Giusto, la realtà purtroppo è proprio questa!”, ride amaramente la Dottoressa, “Abbiamo dimenticato che il corpo bisogna saperlo ascoltare ed esprimere. Un giardino non curato diventa una sterpaglia pericolosa. Così, un corpo non ammaestrato gentilmente è triste, non è elegante, è antiestetico, perde tono, ammala. Uccide la passione vera. L’industria culturale è a conoscenza di questo fenomeno e sa sfruttarlo ad arte. Chirurgia estetica, creme che promettono risultati impossibili, delega continua della propria felicità a imbonitori di piazza senza scrupoli. Non sappiamo più comunicare, soprattutto in Amore. Ci rifugiamo quindi in storie senza vero contenuto, propinate al momento opportuno. Ma la vita non è distrazione. La vita è responsabilità e impegno; dalla fusione di queste due parole che sembrano tanto “grigie” esplode, come per magia, il “rosso” della passione. Certo, il “nero” del percorso – durissimo, ma non può essere altrimenti – bisogna metterlo nel conto. La vita è bella. Ma prima di poterlo dire davvero e consapevolmente c’è da sudare tanto”.
Tornando alla trilogia e al clamore suscitato dai riferimenti erotici inusuali, la Dottoressa non si scompone: “Un buon dialogo tra i corpi è comunicazione. Se ci si capisce, vuol dire che siamo sulla strada giusta. Giocare è liberatorio e nell’animo dell’uomo da sempre. Rispetto, allegria, libertà sono gli elementi che rendono ogni gioco sano, desiderabile e maturo. Libri come questi della James sono come il buco della serratura al quale ricorrono i bambini curiosi e in via di maturazione. Gli adulti dovrebbero essere oltre quella porta”.
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