
L’opera giusta al posto giusto. Anche se sarebbe stato meglio realizzarla prima e non tre anni dopo il sisma. Non poteva essere diversa da questa l’opinione di Renzo Piano, Archistar progettista dell’auditorium della “discordia”.
La funzione della sua presenza all’Aquila in visita al cantiere al “rush finale” sembra essere stata proprio quella di rassicurare e convincere della bontà dell’opera il fronte del no.
Prima di concedersi alla cittadinanza in attesa sotto il sole, il maestro Renzo Piano ha incontrato appunto una delegazione di Italia Nostra, osso duro del fronte del no-auditorium. Il creatore del centro Pompidou, ha spiegato che l’opera è provvisoria e che il team di 20 giovani a contratto sta già studiando una ubicazione alternativa del manufatto in legno. Nessuna contestazione dunque, come ci si sarebbe aspettati, durante la visita di Piano. Gli oppositori sembrano essersi sciolti come neve al sole, soprattutto dopo aver avuto la certezza che l’ubicazione definitiva dell’auditorium sarà il frutto di un percorso partecipativo. Questa la parola magica.
«Tuttavia – ha spiegato il sindaco Massimo Cialente – sono sicuro che gli aquilani si innamoreranno di questo nuovo luogo di cultura e sceglieranno di lasciarlo nel parco del castello».
Il cantiere sembra già a buon punto; il d-day, giorno di inaugurazione della sala sarà il 7 ottobre. Il concerto dell’orchestra Mozart, sarà diretto dal maestro Claudio Abbado, ideatore del manufatti. Ospite d’onore si spera, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano già contattato dal sindaco Cialente.
Lo spazio culturale «è il segno dell’Aquila che vive – sostiene il maestro Piano – la città non è distrutta, sicuramente è sofferente. Io però ho preso un caffè lungo il corso».
Poi ancora sulla sua creatura: «è un’opera effimera, anche se il legno è durevole, potrà essere spostata agevolmente. Avrebbe tuttavia avuto più senso realizzarla subito dopo il sisma. I ritardi purtroppo sono stati tanti».
Il sindaco Cialente ha parlato di gioiello donato dalla provincia di Trento il cui progetto è stato invece regalato alla città dal maestro Renzo Piano «nasce in questo luogo perché era l’area più vicina alla zona rossa nell’immediato post sisma – ha spiegato – La nostra preoccupazione all’epoca era quella di tenere vivo il centro storico. Il futuro del manufatto sarà deciso dalla città. Spero tuttavia che resterà dov’è, a formare il “quadrilatero della cultura” insieme al teatro comunale, al forte spagnolo e al distretto militare di san Bernardino acquistato dal comune dell’Aquila».
Una idea sulla quale ha concordato l’architetto lanciando il monito sul museo nazionale del castello: «deve rinascere dov’era. All’interno del forte spagnolo. Che non vengano in testa strane idee». Ancora: «Questa opera non ruba vita e funzione al Castello. Assolutamente no».
Una volta completato l’auditorium da 6 milioni di euro (donati dalla provincia di Trento), sarà perfettamente mimetizzato con il parco, il suo legno si fonderà con quello degli alberi che lo circondano altri 40 ne saranno piantati, come sottolineato dall’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano in replica alle polemiche su presunti tagli indiscriminati di arbusti per consentire la realizzazione del cantiere. Davanti ad uno dei cubi ci sarà un foyer ed una nuova pizza per i cittadini, uno spazio che potrà essere fruito dai ragazzi. Tuttavia la nuova agorà sarà completata in primavera per dar modo al terreno di assestarsi.
C’è tuttavia il rebus della gestione. L’assessore alla Cultura Stefania Pezzopane ha spiegato che dovrà essere fatto un bando di evidenza pubblica per scegliere il gestore. C’è però la società Barattelli che sembra scalpitare in virtù del fatto che la stessa società gestiva l’auditorium all’interno del castello danneggiato dal sisma di cui il nuovo di Renzo Piano sarebbe il sostituto temporaneo. Se è un luogo a sostituzione perchè fare il bando? sussurrano dalla Barattelli, società che ambirebbe ad un affidamento diretto. Non prima però di aver fatto due conti. La società sembra aver già affidato uno studio per capire quali potranno essere i costi di gestione. C’è addirittura chi dice che il nuovo auditorium temporaneo potrebbe diventare anche la sede sempre temporanea per le sedute del consiglio comunale. Così la perfetta acustica di quello che lo stesso maestro Piano ha definito una perfetta e complessa cassa armonica, fatta del legno di abete della val di Fiemme (lo stesso con cui si realizzano i violini) renderà sicuramente giustizia alle potenti voci dei 32 consiglieri comunali. A.Cal.
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