
Il governo Monti ha varato i nuovi criteri per il riordino delle Province italiane, in base ai quali le Province che resteranno saranno solo quelle con una popolazione superiore ai 350.000 abitanti e una superficie superiore ai 2.500 chilometri quadrati.
In Abruzzo, le Province che rispondono ai requisiti richiesti sono quelle dell’Aquila – in quanto capoluogo di regione – e quella di Chieti – che può contare su una popolazione di 397.000 abitanti e una superficie di 2.588 chilometri quadrati – mentre le Province di Pescara e Teramo saranno cancellate.
Secondo la Confcommercio la situazione dovrà essere affrontata con notevole impegno e senso civico per i ruoli, le competenze e le persone coinvolte, e anche in modo rapido a causa dei tempi ristretti imposti dal governo.
Il Cal – Consiglio per le Autonomie Locali – nato in Abruzzo il 22 maggio 2012, dovrà indicare entro l’11 settembre il riassetto delle Province abruzzesi. In queste prime settimane i presidenti delle quattro Province, i consiglieri regionali e gli stessi Sindaci interessati hanno avanzato varie proposte.
«La Confcommercio di Pescara – si legge in una nota – è tuttavia dell’idea che la Provincia di Pescara non possa e non debba scomparire. Per la città di Pescara sarebbe infatti estremamente mortificante la cancellazione della sua Provincia in quanto la stessa, in questi ultimi anni, ha avuto un rapido e crescente sviluppo dal punto di vista commerciale, turistico ed economico».
«La nostra Provincia – osserva l’associazione – ha infatti una grande storia: nacque dall’unione dei due Comuni di Pescara, a sud del fiume omonimo e allora in provincia di Chieti, e di Castellammare Adriatico, a nord del fiume e allora in provincia di Teramo, e fu istituita Provincia grazie all’interessamento del ministro Giacomo Acerbo e di Gabriele D’Annunzio, scrittore e poeta conosciuto in tutto il mondo, e che vide nel capoluogo adriatico i propri natali. Pescara è sede dell’Aeroporto d’Abruzzo, unico della Regione, e ha un importante porto turistico che, con i suoi 1.250 posti barca e con servizi e strutture cantieristiche all’avanguardia, è uno dei più grandi del mar Mediteranno. Nella sua Provincia è presente il centro agroalimentare “La Valle della Pescara”, che rappresenta un punto di riferimento nelle distribuzione ortofrutticola regionale.
E’ sede, insieme a Chieti , dell’università Gabriele D’Annunzio, di cui ospita quattro facoltà; numerosissimi sono quindi gli studenti fuori sede che trovano alloggio nel territorio del pescarese. La costa, con i suoi servizi ricettivi e d’intrattenimento la rende una provincia volta al turismo, che negli ultimi anni si è mostrato in forte espansione.
Pescara vede sicuramente nel commercio il suo punto di forza; tantissimi sono infatti gli utenti, provenienti sia dalle altre città abruzzesi che dai centri fuori regione, che si recano nella nostra città per fare shopping presso i tanti e attraenti negozi.
Ogni anno è pronta ad ospitare importanti manifestazioni musicali (Pescara Jazz), cinematografiche (Premio Flaiano) e sportive (IronMan)».
Per la Confcommercio insomma la Provincia di Pescara è da considerare senza dubbio alcuno «il centro nevralgico di tutta l’economia regionale: muove infatti da sola il 65% del Pil dell’intero Abruzzo».
«L’idea che invece fortemente condividiamo – afferma la Confcommercio – è quella della nascita di una terza Provincia, e cioè quella di Pescara/Teramo, ricalcando esempi già riscontrati in altre regioni italiane, come ad esempio nel caso di Forlì/Cesena. A sostegno e supporto della nostra tesi, il fatto che le due Province sono vicine, hanno la stessa estensione, ed appaiono entrambe forti sotto il profilo turistico costiero. La loro unione determinerebbe quindi un risultato ottimo per lo sviluppo e la crescita dell’intera zona pescarese e teramana».
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