
«Siamo i dializzati dell’Aquila, particolarmente sfortunati in Abruzzo perché, oltre a sopportare tre sedute settimanali di trattamento emodialitico come gli altri nostri “colleghi” malati della regione, solo noi non riusciamo ad avere il rimborso per il trasporto dal domicilio all’ospedale come gli altri. Forse siamo antipatici a qualcuno? E a chi?». A lanciare la denuncia una lettera aperta firmata ‘I dializzati dell’Aquila’.
«La nostra categoria – si legge nella lettera – percepisce un rimborso per i viaggi settimanali, previsto dagli ordinamenti (perché altrimenti qualche ente dovrebbe farsi carico del trasporto), rimborso di misura ridicola (si pensi che la benzina viene calcolata al prezzo di più di dieci anni fa), ma pur sempre un contributo alle casse dissestate oggi comuni a tante categorie. Ebbene, nell’agosto del 2012 non riusciamo ancora a percepire le rate spettanti del 2011 ed il contributo regionale “una tantum”. Sono mesi che chiediamo agli uffici della Asl dell’Aquila il motivo di questa dimenticanza e in questa ricerca abbiamo scoperto che invece i malati di Avezzano percepiscono regolarmente il contributo. Cioè, la stessa Asl eroga i fondi preposti in modo diverso.
Non intendiamo fare la guerra tra malati, Dio ce ne guardi, ma vorremmo qualche spiegazione. Ogni settimana ci raccontano che entro quella seguente tali contributi saranno liquidati, ma ormai è trascorso un anno. Vogliamo chiudere questa favola? E potremmo sapere, dettagliatamente e con chiarezza, dove e perché la trafila burocratica decisionale si inceppa? Più di una forma di solidarietà, si tratta di una sostanza di rispetto. Ringraziamo per l’ospitalità e speriamo che questa denuncia richiami l’attenzione di chi di dovere».
[i]
[url”Torna alla Home Sanità”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=154&categoryId=208[/url][/i]