Gssi, Profumo: ‘Territorio coinvolto’

1 agosto 2012 | 11:48
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Gssi, Profumo: ‘Territorio coinvolto’

«Il rettore dell’Università dell’Aquila Di Orio è stato invitato, come sono stati invitati i presidi. Essendo una presentazione sono state invitate le istituzioni». Il ministro dell’Istruzione università e ricerca, Francesco Profumo, risponde così alle critiche sollevate dal rettore dell’Università degli studi dell’Aquila Ferdinando di Orio, che in una lettera aperta aveva criticato il progretto del Gran Sasso Science Institute e lamentato il mancato coinvolgimento dell’ateneo aquilano.

«Ho letto e ho risposto con molta gentilezza al rettore, dicendogli fin dall’inizio che l’Università dell’Aquila è stata coinvolta – ha aggiunto Profumo – Quello di oggi non è un convegno, ma è una presentazione del progetto. Sono stati invitati i rettori e i presidi. Uno dei professori del gruppo di avviamento del progetto è dell’Università dell’Aquila, un altro è dell’Università di Teramo. C’é dunque un profondo coinvolgimento del territorio».

Il piano strategico del Gran Sasso Science Institute (Gssi), è stato presentato oggi nei laboratori del Gran Sasso e il rettore Ferdinando Di Orio non ha partecipato all’evento.

«Io credo che questo sia un elemento di attrazione di cervelli perchè in realtà come avviene su tutti i territori quando c’è una concentrazione di qualità questo consente di attirare persone di qualità dal territorio e da altri territori e questo avverrà su questo territorio come è avvenuto anche sugli altri» ha aggiunto Profumo, rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto commenti in merito ad una una eventuale fuga di cervelli dall’Università dell’Aquila al Gssi.

«Il progetto che ha un piano triennale – ha precisato Profumo – ha le risorse per la ricerca, per avviare un processo virtuoso sul territorio. In altre realtà in cui c’erano situazioni analoghe, l’investimento di ricerca ed innovazione è stato l’elemento centrale per riavviare il territorio, per creare una nuova economia sul territorio, una economia legata alla conoscenza, questa è la base di questo progetto».

Profumo ha risposto a di Orio anche in merito alla questione delle tasse universitarie, facendo riferimento, in particolare, all’aumento dei costi universitari per i fuori corso. «Bisogna dire le cose con estrema sincerità e serenità – ha spiegato – Il costo o l’investimento su ogni studente è di circa 5mila euro in Italia, il contributo medio è da parte degli studenti di circa mille euro. In tutte le realtà universitarie le contribuzioni sono legate ai redditi delle famiglie attraverso un indicatore particolare. Le tasse sono quindi corrispondenti a questi. Io credo che il Paese abbia bisogno di definire un processo culturale in cui c’è un maggiore rispetto delle regole e dei tempi».

«C’è da parte mia – ha continuato Profumo – una grande attenzione verso gli studenti lavoratori e le università, che devono avere una struttura di tassazione per gli studenti lavoratori in cui la persona possa programmare i tempi ed i modi in cui far coincidere il lavoro e lo studio. Io credo che a loro deve essere mandato un segnale che deve essere tangibile, ovvero che ci deve essere un maggiore impegno sul fronte di risorse, ma parlando di risorse anche ridotte, se voi pensate che il 95% degli studenti fuori corso hanno comunque dei redditi estremamente bassi, l’incremento che poteva essere del 25% è inferiore al costo di un caffè».

«Dopo tre anni e 27 giorni che sbocciò l’idea, questa iniziativa trova attuazione grazie alla cooperazione della Regione Abruzzo e del presidente Chiodi e alla volontà della città» ha aggiunto il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, commentando la nascita del progetto Gran Sasso Science Institute (Gssi). L’attività della scuola sperimentale di dottorato internazionale partirà nei prossimi mesi presso i Laboratori del Gran Sasso dell’Infn ad Assergi (L’Aquila). Barca ha inoltre sottolineato la grande importanza, ai fini del rilancio economico e sociale, di questa iniziativa nazionale per il territorio colpito dal terremoto del 6 aprile 2009.

«Il Gran Sasso Science Institute (Gssi) è un progetto di rilievo internazionale fortemente voluto dalla Regione Abruzzo e finanziato attraverso fondi Fas e risorse del Commissario per la Ricostruzione di cui beneficeranno l’università, le imprese, la città dell’Aquila e l’intero territorio abruzzese» ha sottolineato il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. «E’ un grande risultato per l’Abruzzo – ha aggiunto – Un progetto in cui ho creduto e su cui abbiamo cominciato a lavorare con il precedente governo nazionale, che ne aveva colto l’importanza, e che abbiamo proseguito con l’attuale governo fino a vederne oggi piena attuazione. Permette alla Regione di avere un polo di eccellenza con l’obiettivo di attivare iniziative finalizzate a incrementare e migliorare l’attrattività e l’integrazione del territorio nel settore della ricerca e dello sviluppo, rafforzando la capacità di produrre innovazione tramite uno stretto raccordo con le riconosciute eccellenze a livello nazionale e internazionale».

DI ORIO RISPONDE A PROFUMO – Il rettore dell’università degli studi dell’Aquila, ricevendo la lettera di replica del ministro Profumo ha voluto rivolgere ulteriori osservazioni al ministro.

«Prendo atto della tua replica che, tuttavia, non cambia minimamente le mie posizioni, la cui pubblica espressione ho ritenuto rientrasse pienamente nei miei doveri di Rettore dell’Università dell’Aquila» ha scritto di Orio a Profumo, ribandendo che «le risorse finanziarie, grazie alle quali oggi nasce il GSSI, sono tratte dai bilanci regionali e, quindi, non aggiungono nulla, semmai sottraggono risorse al sistema regionale e alle esigenze dei cittadini aquilani vittime del sisma del 2009».

«Le eventuali ricadute sul sistema territoriale e universitario abruzzese – prosegue di Orio – sono molto ipotetiche, se si considera, ad esempio, l’esperienza di città come Pisa che, pur avendo molti centri di ricerca avanzata, versa in una profonda crisi economica e strutturale o l’esperienza della SISSA di Trieste, che sta diventando una seconda università con propri corsi di laurea e, di fatto, in concorrenza “sleale” con l’Ateneo triestino, in considerazione dei maggiori fondi a disposizione e della possibilità di attingere a docenze esterne. Una eventualità che per l’Università dell’Aquila sarebbe pericolosissima e davvero in grado di metterne a rischio la sopravvivenza stessa. Mentre si utilizzano tante risorse per duplicati di istituti scientifici, utili magari a creare qualche poltrona in più per soddisfare forse qualche ambizione personale, si dimenticano i tanti ricercatori vincitori di concorso dell’Università dell’Aquila che sono in attesa di presa di servizio, i tanti lavoratori precari non stabilizzati e ora disoccupati, i tanti colleghi che, vincitori di concorso da associato o da ordinario, non possono vedere riconosciute le loro legittime e meritate aspirazioni di carriera.

Si tratta di persone che vivono nella nostra città, che lavorano nella nostra Università e che davvero contribuiscono, con il loro impegno quotidiano, alla crescita sia della nostra Università sia della nostra città. Non valgono questi miei colleghi forse più di quei pochi «studenti di talento che ora si indirizzano in Inghilterra, Francia, USA o anche in altre prestigiose istituzioni Italiane», che il GSSI forse potrebbe attrarre fugacemente per tre anni, ma che sicuramente tornerebbero poi nei loro paesi e nelle loro Università di origine?

Infine, rispetto alle modalità sin qui seguite nell’organizzazione della GSSI, di cui tu hai personalmente e autonomamente scelto i componenti del Comitato Ordinatore anche tra i professori dell’Università dell’Aquila, come avresti reagito tu, che hai condiviso l’esperienza di Rettore di un importante Ateneo italiano, se non ti avessero almeno consultato? Quali criteri hanno motivata la tua scelta, visto che non è stata confrontata con alcun consesso accademico aquilano? Per quale motivo sono stati esclusi tanti colleghi della Facoltà di Ingegneria che avrebbero avuto tutte le competenze per poterne far parte?

Le mancate risposte a queste domande, rappresentano la prova migliore dell’esclusione dell’Università dell’Aquila dal progetto GSSI.

Proprio in forza della tua precedente esperienza, dovresti convenire con me sulla prerogativa e, al tempo stesso, responsabilità del Rettore di intervenire nella salvaguardia degli esclusivi interessi della comunità accademica che è chiamato a rappresentare in tutte le sue componenti».

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