
Spiccavano, imponenti, in quella che fino al 6 aprile 2009 era la sala del Consiglio provinciale dell’Aquila, all’interno del Palazzo del Governo, una struttura di cui oggi rimane poco più di uno scheletro traballante sorretto da robusti puntelli. Si tratta delle celebri tele di Teofilo Patini ‘Bestie da soma’ e ‘Pulsazioni e palpiti’, due opere capaci di attrarre qualunque tipologia di sguardo: non importa che si tratti di occhi ‘esperti’ o occhi che non hanno mai avuto l’occasione di posarsi su un libro di storia dell’arte, ‘Bestie da soma’ e ‘Pulsazioni e palpiti’ hanno il potere di essere refrattari all’indifferenza.
La notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 le due enormi tele sono finite tra le macerie, ma il mostro tellurico che ha sconvolto gran parte dell’Abruzzo si è limitato ad impolverarle, lasciando intatta la loro bellezza. Alla fine di aprile dello stesso anno le due opere sono state recuperate dagli insidiosi resti del palazzo della Prefettura e trasferite temporaneamente ad Avezzano, nel deposito della sede dell’Arssa. A coordinare il recupero e il trasferimento delle tele, di proprietà della Provincia dell’Aquila, un team composto da Vigili del Fuoco e polizia provinciale con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Storico, Artistici ed Etnoantropologici.
I due capolavori di Patini sono stati salvati attraverso una gru, nell’ambito di un’operazione complessa quando rischiosa. Un’operazione necessaria, anche in considerazione del fatto che le due tele non hanno solo un grande valore simbolico per gli abruzzesi, ma anche un imponente ruolo nell’arte europea ottocentesca: tra le mani del pittore abruzzese sono nate due tele che profumano d’Abruzzo, ma anche due capisaldi del Realismo Sociale.
Ma dove si trovano oggi le due preziose tele?
‘Bestie da Soma’ è stata esposta in diversi borghi abruzzesi per poi approdare nel paese natale di Patini, Castel di Sangro, dove il pittore nacque nel 1840. Anche ‘Pulsazioni e palpiti’ è rimasta in Abruzzo, in questo momento si trova nel museo d’arte moderna Vittoria Colonna di Pescara, dove è esposta nell’ambito della mostra ‘Sentimento della natura: pittori abruzzesi al tempo dell’Italia unita’.
Buone notizie anche per un’altra opera di Patini di proprietà dell’amministrazione provinciale, si tratta di ‘L’Aquila’, che non ha riportato danni in seguito al terremoto e sarebbe tuttora affacciata sulla sala Patini, attigua alla biblioteca provinciale dell’Aquila, in attesa che qualcuno torni ad ammirarla, magari senza caschetto di protezione.
Salva anche la tela ‘Angelo Custode’, che prima del sisma era conservata nella sede della presidenza della Provincia dell’Aquila. «La tela è stata recuperata pochi giorni dopo il terremoto insieme ad altri reperti di valore nell’ambito di un’operazione estremamente delicata – spiega l’ex presidente della Provincia dell’Aquila e attuale assessore comunale Stefania Pezzopane – la tela, in particolare, è stata portata in salvo attraverso una finestra. Nonostante gli ingenti danni subiti dall’edificio che la custodiva l’opera è rimasta appesa ad una parete e pertanto non ha subito danni. Al momento si trova nella cassaforte della Polizia municipale, ad Avezzano».
La speranza è che le contadine di ‘Bestie da soma’ e il medico di ‘Pulsazioni e palpiti’ in un futuro non troppo lontano possano tornare a posare i loro sguardi sofferenti e assorti sullo scrigno che le ha custodite prima di essere schiacciato dal drammatico terremoto del 2009: L’Aquila.
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