
Da qualche mese non si sentiva parlare dell’uomo dei grandi eventi italiani Guido Bertolaso, alle prese con lo scandalo della cricca. Ma oggi rompe il silenzio e continua professarsi innocente: ”A oggi nessuno ha potuto sostenere che Bertolaso fosse colpevole. Se accadrà chiederò scusa e mi ritirerò in un eremo. So solo una cosa, non succederà mai. Sono pulito e proverò a dimostrarlo”, ”non sono il bastardo della cricca”.
”L’accusa di essere un berlusconiano di ferro – prosegue Bertolaso – mi brucia. Non lo sono mai stato. Stimo Berlusconi ma non l’ho mai votato”. ”Mi hanno descritto come il suo braccio armato – aggiunge – ma non faccio parte di nessuna casta, loggia o associazione né conosco i nomi e i cognomi di chi a destra mi ha voluto sparare alle spalle”.
E quando gli si chiede se la cricca esisteva, lui risponde: ”Assolutamente no. Esistevano – spiega Bertolaso – rapporti inopportuni tra funzionari dello Stato e imprenditori”.
L’ex capo della protezione civile risponde poi ad una domanda su due telefonate intercettate col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in possesso della procura di Perugia: ”Ricordo perfettamente le telefonate e confermo che non c’è nulla di riservato. Non parlo dei contenuti e mi limito a sottolineare un dettaglio. Repubblica le ha ma non le pubblica”, ”io non vorrei ci fosse una ragione politica. Forse – osserva – leggendo il testo dei dialoghi tra Bertolaso, il braccio armato di Berlusconi e Napolitano si sarebbe finalmente capito chi era davvero il mio referente nelle difficoltà. Mi chiedo, era meglio non rivelarlo?”.
”Perché – continua – Repubblica non mette in pagina le intercettazioni che mi scagionano e solo quelle due o tre che orientano l’opinione pubblica?”, ”sospettare uno strano disegno – conclude – è lecito”.
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