Concorsone: così non s’ha da fare

6 agosto 2012 | 18:26
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Concorsone: così non s’ha da fare

Compatta l’opposizione chiede che il Comune non dia una intesa al buio al  concorsone (l’incontro è previsto per domani) di ferragosto (dovrebbe infatti essere bandito il 14 agosto) con il quale saranno assunte 128 persone il cui 50% per chi ha prestato la propria opera da precario nel post sisma.

«Si rischia un caos – tuona Emanuele Imprudente – essendo un concorso nazionale parteciperanno molte persone che però non hanno conoscenze specifiche. Noi come opposizione noi non siamo stati interpellati. Il sindaco non ha avuto la sensibilità di consultarci. La ricostruzione non è del sindaco Cialente. La nostra richiesta è che non si dia  una intesa al buio. Chiediamo al sindaco di coinvolgere almeno i capigruppo. Di spiegarci cosa è successo in questa fase. No   possono  continuare a gestire tutto come se fosse roba loro».

«Vorremmo sapere quali sono i criteri per individuare le figure da mettere a bando – ha aggiunto Luigi D’Eramo -. Il timore è che le scelte non siano di natura tecnica, ma politica. Vogliamo sapere dal sindaco se sono stati loro a individuare i profili in base alle reali necessità dell’ente. Oppure se ci troviamo dinanzi ad un caso di lottizzazione politica. Il secondo dato è questo silenzio fastidioso in relazione al commissariamento di fatto del comune dell’Aquila, operato con la legge Barca. Il sindaco vuole cloroformizzare questa città».

Per il consigliere  Daniele Ferella «non è chiara la copertura finanziaria di questi lavoratori per 15 anni». Il segretario di L’Aquila città aperta, Corrado Ruggeri ha rilevato invece che la richiesta dei profili inviata al ministero «è un documento top secret, neanche i sindacati hanno potuto prenderne visione. Hanno fatto il mercato delle vacche. E non si può consentire. Vogliamo ridiscutere su tutto alla luce del sole».

Pierluigi Properzi ha osservato che «anche il concorsone è di fatto un altro atto di commissariamento del governo che va a colmare l’inerzia e la mancanza di programmazione dell’amministrazione comunale. Del resto – ha aggiunto -.  Il vero scopo della legge Barca è quello di mantenere il controllo del governo  sulla ricostruzione del capoluogo. Gli uffici speciali lo sono davvero,  con due direttori che prendono il posto di Gaetano Fontana.  Senza dimenticare l’ufficio speciale a Roma sulla ricostruzione presso il ministero delle Infrastrutture. Prima avevamo di fronte Chiodi e Fontana che almeno erano qui in città».

Infine il consigliere Vincenzo Vittorini ha sottolineato che il sindaco Cialente non fa nulla per dare garanzie a coloro che hanno maturato esperienza. Alla conferenza stampa erano presenti tutti i consiglieri di opposizione.

A.Cal.

CIALENTE: SE SI VUOLE CRITICARE, REFERENTI LOLLI E DE ANGELIS – Quando la polemica supera anche il più deteriore populismo un richiamo alla realtà è d’obbligo. Ai solerti consiglieri di opposizione che ieri hanno rilasciato dichiarazioni in libertà durante una conferenza stampa vorrei ricordare che l’emendamento al decreto sviluppo, la cosiddetta legge Barca, è stato presentato e concordato all’unisono, in ogni sua parte, dai parlamentari del Pd Giovanni Lolli e del Pdl Marcello De Angelis. Un documento, dunque, che ha la paternità, a livello nazionale, di quelli che dovrebbero essere i referenti dei nostri distratti rappresentanti locali.

Per non parlare del coraggio e della faccia tosta dimostrata dal consigliere Udc nel parlare di precari che hanno lavorato alla ricostruzione, dopo che l’onorevole Mantini, del suo stesso partito, è stato relatore e sostenitore della modifica per portare la loro percentuale, in termini di riserva di posti, dal 50 al 30 per cento. I precari, vorrei inoltre rammentare ai colleghi, sono gli stessi sulla cui assunzione il centro destra, con alcuni tra coloro che ieri sedevano in conferenza stampa, ha avviato un’indagine nell’ambito della commissione consiliare Garanzia e Controllo nella passata legislatura e che, per anni, i rappresentanti del centro destra hanno bollato implicitamente come “raccomandati”, entrando anche nel merito dell’opportunità della loro assunzione.

Noi stiamo lavorando, e i dipendenti lo sanno bene, per salvaguardare quanti più possibile tra coloro che, in questi anni, e per volere di questa amministrazione, hanno affiancato il Comune dell’Aquila nell’affrontare l’emergenza e dare risposte ai cittadini. Professionalità ed esperienze acquisite e consolidate che non devono andare perdute. Chiederemo pertanto di tener conto dell’aspetto legato all’esperienza maturata nel settore in fase di elaborazione dei criteri di selezione  e delle prove concorsuali e chiederemo altresì che gli 88 lavoratori che già hanno superato una selezione evitino e bypassino la prove della preselezione. Del resto, chi parla è il sindaco che, all’indomani della sua nomina, nel 2007, ha stabilizzato i precari assunti dalla precedente amministrazione, di segno opposto, mentre quale sia la politica del centro destra in fatto di precari, “la vergogna del Paese” secondo il loro ministro alla Funzione pubblica, è ben dimostrata dalla scelta fatta dal presidente della Provincia del Corvo dopo la sua nomina, quando ha mandato a casa senza tanti complimenti circa 100 lavoratori a tempo determinato, per assumerne altri, per lo più provenienti dal territorio da cui attinge voti. Di politica clientelare ne di “mercato delle vacche”, per usare i loro stessi termini, del resto, in questi anni, abbiamo avuto fulgidi esempi qui al Comune, soprattutto nelle Spa, come accerterà la commissione di indagine la cui istituzione è stata da me richiesta. Logiche clientelari a meritocrazia zero che hanno prodotto la voragine nei nostri conti e di cui, ancora oggi, i cittadini pagano le conseguenze in termini di servizi. Evidentemente gli esponenti del centro destra sono proprio dispiaciuti, ne devo dedurre, che questa volta non possano partecipare alla spartizione. Già, perché dovrebbero spiegare, questi signori, come hanno assunto il personale Sge e i collaboratori di Chiodi, soprattutto gli 8 addetti stampa.

La verità è che questa è una battaglia non già per i precari, dei quali con le norme nazionali  il centro destra dimostra di infischiarsene da sempre, ma per difendere e prorogare il commissariamento Chiodi. Il tutto a discapito di una legge che, se fermata, bloccherebbe non solo il concorso, ma l’intero processo di ricostruzione, con conseguenze difficili da valutare, mandando all’aria anche disposizioni a tutela, per esempio, degli orfani del terremoto. Un famelico miscuglio di demagogia e servilismo politico che, per fortuna, la firma del dell’intesa spazzerà via nel nulla che merita.

IDV: I LIMITI DEL ‘CONCORSONE’ E LE FIGURE PROFESSIONALI INSUFFICIENTI – «Sicuramente se fosse stato possibile applicare il criterio della territorialità – come suggeriva l’IDV – in merito al quale, a parità di competenze professionali, venivano  preferiti nelle assunzioni i residenti nel territorio – non sarebbero venute a mancare la pari opportunità nelle selezioni del concorsone al Comune.  Escludere i precari dalle prove pre-selettive significa semplificare loro il processo di selezione. Tutti gli altri (meno fortunati) aspiranti lavoratori residenti nel territorio dovranno, infatti, vedersela contro fortuna, cultura e competenza insieme ai restanti concorrenti nazionali. Affermare che a prevalere sia la legalità e la meritocrazia nell’espletamento delle procedure concorsuali diventa un discorso un po’ forzato e parziale rispetto al paragone con altri bandi in cui , nonostante le precedenti esperienze fornissero punteggio nei titoli, tutti i candidati concorrevano alla pari nell’espletamento delle preselezioni. Detto questo, la tutela dei precari è sempre legittima per non rendere ancora più grave la situazione occupazionale. Il personale che verrà selezionato sarà essenziale a garantire un’adeguata ricostruzione ma questa deve essere intesa nel senso ampio del termine, altrimenti sarà solo una ricostruzione materiale o, semplicemente, edile: per questo motivo non ci sarà bisogno solo di figure ‘tecniche’ come ingegneri, geometri e architetti,  ma sarebbe il caso di allargare l’approvvigionamento del capitale umano anche a profili professionali diversi – psicologi, operatori turistici e culturali, informatici ed economisti – che garantiranno e coopereranno per una ricostruzione ed uno sviluppo economico – sociale – culturale e turistico, capace di risollevare e ricreare opportunità per il nostro territorio».