‘Marcinelle pagina più dolorosa dell’emigrazione abruzzese’

«La tragedia di Marcinelle rappresenta la pagina più dolorosa della storia dell’emigrazione abruzzese. A 56 anni di distanza da quel dramma, che costò la vita a 262 minatori, 61 dei quali abruzzesi, quel sacrificio non può e non deve essere dimenticato». A sottolinearlo è il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, in occasione dell’anniversario dell’incidente avvenuto l’8 agosto 1956 nell’impianto minerario belga del Bois du Cazier.
«Oggi – ha aggiunto Pagano – il mio pensiero va non solo ai familiari e ai discendenti di quei lavoratori, ma va soprattutto alle giovani generazioni, cui deve arrivare forte il messaggio dei valori che ci hanno lasciato i minatori di Marcinelle, in quegli anni impegnati a contribuire alla costruzione di una società migliore con il loro duro lavoro».
«Dal 2001 – ha spiegato il presidente – l’8 agosto è la ‘G[i]iornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo[/i]’, un’occasione per tributare un doveroso omaggio ai tanti nostri connazionali che, emigrati alla ricerca di un futuro più sereno per le proprie famiglie, sono stati sfruttati e discriminati, arrivando a pagare con la vita condizioni di lavoro disumane. Episodi che, a distanza di tanti anni, devono ancora farci riflettere e spingerci a combattere qualunque forma di intolleranza e razzismo. Fenomeni che, purtroppo, negli ultimi tempi stanno tornando prepotentemente alla ribalta, complice certamente la congiuntura economica che il Paese sta attraversando. I minatori di Marcinelle sono il simbolo, invece, di un gruppo unito e affiatato nell’affrontare le sfide quotidiane nel Belgio degli anni cinquanta, sempre pronti ad aiutarsi gli uni con gli altri per superare i momenti difficili prescindendo dalle diverse nazionalità». «»Un esempio – ha concluso Pagano – che non dobbiamo mai dimenticare».
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