
Cibo scadente, caldo insopportabile e solo acqua fredda dai rubinetti. A denunciare una «situazione vergognosa» sono alcune delle 142 persone ospitate presso la caserma della Guardia di finanza di Coppito, dove sono alloggiati gli sfollati del terremoto.
«Veniamo trattati a pesci in faccia», racconta Carla Liberatore, che è nella caserma dall’aprile di quest’anno dopo essere stata per molto tempo in un albergo sulla costa. «Sabato – spiega la donna – siamo rimasti un’intera giornata senza elettricità, senza che nessuno ci avesse preventivamente avvisato. La pasta è talmente dura che gli anziani non riescono neanche a mangiarla, le porzioni piccolissime. La caldaia è fuori uso da sabato e tutti noi siamo costretti a lavarci con l’acqua fredda».
La maggior parte delle persone presenti nella caserma sono anziani alcuni dei quali anche invalidi. Gli sfollati denunciano uno «scaricabarile» da parte del Comune, che non riesce a dare risposte e garanzie rispetto a queste problematiche.
«Nonostante le nostre ripetute segnalazioni – è la lamentela – il Comune non fa nulla. Prima dicevano che la competenza era della Struttura per la gestione dell’emergenza e non loro. Ora non danno risposta alcuna». «Sembra di stare in carcere – dice Ada Izzi, anche lei sfollata in uno dei due alberghi – chiunque ci venga a trovare, deve andare via entro le 22 di sera». Secondo gli sfollati si è voluto creare una specie di ‘ghetto’ nella caserma delle Finanza.
«Si usano due pesi e due misure – continua la Liberatore – alcune persone, infatti, sono ancora in albergo mentre qui sono stati messi i ‘dimenticati’, ovvero i meno abbienti e persone che hanno forti disagi psichici, fisici e sociali».
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